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Allarme Ferrari per la F1 2023: un problema irrisolto al motore tormenta Maranello da mesi

Nonostante la deroga concessa dalla FIA la Ferrari non è ancora riuscita a risolvere il problema strutturale alla power unit che nel corso del Mondiale di Formula 1 2022 ha costretto a diversi ritiri Leclerc e Sainz. Grande preoccupazione in vista della prossima stagione nella quale gli elementi dei motori turbo-ibridi delle monoposto non potranno essere modificati.
A cura di Michele Mazzeo
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Il Mondiale della Formula 1 2022 non si è ancora chiuso, seppur dovrebbe verificarsi un cataclisma affinché Max Verstappen e la Red Bull non si aggiudichino i titoli iridati piloti e costruttori. Con le ultime mosse (ulteriore lavoro di sviluppo sulla F1-75 e una precisa strategia nella rotazione obbligatoria dei piloti) la Ferrari ha messo in chiaro la volontà di giocarsi il successo nelle restanti sei tappe per blindare il secondo posto nella graduatoria riservata ai costruttori e quello di Charles Leclerc in quella dei driver. Intanto a Maranello però si sta lavorando alacremente anche sulla nuova monoposto con cui i due piloti correranno nel Mondiale F1 2023 che sta facendo penare gli uomini del Cavallino.

Al di là dell'adattamento della macchina al nuovo regolamento anti-porpoising che riguarda soprattutto l'altezza da terra e il fondo, a tormentare i tecnici della Ferrari è un problema alla Power Unit palesatosi all'inizio di questa stagione e costato tanti sanguinosi ritiri a Leclerc e Sainz (e probabilmente anche motivo per il quale non si sono utilizzate le mappature più estreme nel momento cruciale del campionato).

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Da quest'anno infatti le power unit sono congelate fino a tutto il 2025 e pertanto quella che sarà montata sulle monoposto del 2023 dovrà avere la stessa struttura di quelle utilizzate sulle F1-75. Ovviamente la FIA su richiesta dei team può concedere delle deroghe per apportare modifiche agli elementi della power unit registrati ma solo se gli interventi riguardano l'affidabilità, la sicurezza, il risparmio sui costi o modifiche minime consentite dal regolamento, cosa di cui la Ferrari ha usufruito già nel corso di questa stagione.

Proprio alla luce di ciò appare preoccupante in ottica 2023 (che tra l'altro richiederà uno sforzo in più alle power unit in quanto presenta il numero record di 24 gran premi) che gli uomini del Cavallino non abbiano ancora capito quale sia il motivo dell'improvviso aumento del gap con la Red Bull di Verstappen dopo un inizio in cui le due vetture, seppur molto diverse tra loro, sembravano capaci di prestazioni similari tra loro.

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E, ancor di più, preoccupa il fatto che gli ingegneri di Maranello con gli interventi fatti in deroga per ragioni di affidabilità siano riusciti, attraverso importanti adeguamenti software, a ridurre lo stress delle parti meccaniche, senza però a risolvere i problemi strutturali della power unit che dunque sono ancora presenti. E il tempo per risolverli in vista della prossima stagione è sempre meno, oltre al fatto che bisognerà avere un'altra deroga da parte della FIA per intervenire sulla struttura del motore turbo-ibrido, cosa non scontata dato che a tal riguardo la Federazione Internazionale ha assoluta discrezione se accettare o meno la richiesta presentata dal team con le motivazioni e le prove evidenti dei guasti per i quali si chiede di intervenire.

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