A Valentino Rossi restano solo i ricordi: “L’ultima volta ad Austin andò bene”
Americhe, Misano, Algarve, Comunità Valenciana. Quattro tappe nel calendario della MotoGp che accompagnano l'ultima stagione di Valentino Rossi nella classe regina. Al passo di addio il "dottore" ci arriva con poca gloria e l'ennesima annata scandita da difficoltà di ogni sorta e, cosa peggiore, un veicolo che non gli permette di essere competitivo come dentro di sé ancora vorrebbe. Una tacca alla volta vergata contro il muro prima di metterci una croce sopra e guardare al futuro che reca un figlio e la voglia matta di restare nel mondo dei motori ma in un ruolo e con una partecipazione differente.
Nove volte campione del mondo, il decimo titolo gli lascerà qualcosa di non dissolto a margine di una carriera straordinaria. Al COTA (acronimo di Circuit of the Americas, in Texas) il pilota pesarese arriva con buone sensazioni, un ricordo dolce che risale a due anni fa e la consapevolezza di non spingersi troppo più in là con la fantasia.
Mi piace molto il circuito di Austin e l’ultima volta su cui ho corso in quella pista, è stato per me un gran weekend – ha ammesso Rossi -. Sono stato molto forte sia in qualifica che in gara e ho chiuso anche sul podio. Vediamo cosa accadrà, l'anno scorso fummo costretti a saltare la tappa per la pandemia.
Nel 2019 Rossi arrivò secondo dopo una battaglia con Alex Rins, approfittando della clamorosa caduta di Marc Marquez (finì a terra in curva 12, quando aveva la gara in pugno) e staccando gli avversari con tempi importanti (+8 secondi su Miller, oltre 9 secondi su Dovizioso). La sfida vera oggi è avvicinarsi almeno alle posizioni di testa alla luce di come sono andate le cose finora. Serve un miracolo per fare della M1 un "cavallo vincente" ma questo il "dottore" lo sa bene e non si fa illusioni.
Avremo bisogno di verificare quale sarà il nostro potenziale effettivo. Spero di poter migliorare alcune cose di cui abbiamo bisogno. Ma, dai, possiamo fare una buona gara.