A cosa servono le strane strisce colorate del GP di Francia che confondono persino i piloti
Il Gran Premio di Francia fa parte della storia della Formula 1, ma a differenza del Gp d'Italia (che si identifica con Monza), in Francia non si è corso sempre sullo stesso tracciato. Fino al 1990 la gara si è tenuta al Paul Ricard, situato a Le Castellet, dal 1991 al 2008 la tappa francese si è disputata a Magny Cours. Poi ci sono stati dieci anni di digiuno assoluto in Francia, tutto fermo fino al 2018 quando in calendario è tornato il tracciato del Paul Ricard,il quinto più lungo del Mondiale, lungo 5842 metri e con 15 curve, e che piace per alcune curve velocissime ma che si fa notare pure per via delle particolarissime strisce blu che sono state piazzate ai lati del circuito. Strisce che non piacciono ai piloti e rendono difficile anche la visione ai telespettatori in tv.
La storia del circuito di Paul Ricard
Il circuito del Paul Ricard ha tanta storia, purtroppo è stato anche teatro della morte di Elio De Angelis, pilota romano di grande valore. Dopo quella tragedia (era il 1986) il tracciato venne in parte ridisegnato, anche se la pericolosità non è mai diminuita, basta pensare al terribile volo di Gugelmin del 1989. Nel 1990 Prost su Ferrari beffa Ivan Capelli e vince quella che per quasi trent'anni è stata l'ultima gara al Paul Ricard. Dal 1991 il Gp di Francia si disputa a Magny Cours, dove Michael Schumacher ha segnato un record clamoroso – nel 2002 vinse il titolo poco dopo metà luglio.
Il Paul Ricard è rimasto fuori dal giro che conta a lungo. Ma ben prima di tornare in calendario sul leggendario circuito di Le Castellet le vetture di Formula 1 hanno iniziato a girare nuovamente, il destino cambia all'inizio degli anni Duemila quando Bernie Ecclestone acquista e soprattutto rimoderna il tracciato. Ha le idee chiarissime Mister B. che decide di destinare quel circuito ai test. Ecclestone chiede a Hermann Tilke, l'uomo che ha creato tantissimi circuiti, di rifare il tracciato ma senza stravolgerlo, e viene deciso di asfaltare le curve. Fino a quel momento non lo aveva fatto nessuno.
Perché ci sono le strisce colorate
Ma perché sono state asfaltate le curve? Il Paul Ricard è un tracciato ricco di curve veloci ed ha lunghi rettilinei, sbagliare è semplice e finire nella ghiaia durante i test sarebbe stata una iattura. Perché si sarebbe perso del tempo prezioso. E così per ridurre le perdite di tempo dei test la ghiaia è stata sostituita con l'asfalto. Ma bisognava anche far capire bene agli stessi piloti che quell'asfalto non faceva parte della pista e così sono state aggiunte delle strisce colorate, che sono diventate famose o meglio famigerate perché fanno discutere tanto e confondono pure i piloti.
Le strisce di colore blu, rosso e bianco
L'asfalto prende il posto della ghiaia e sull'asfalto vengono poste delle strisce colorate: bianche, rosse e blu (che sono pure i colori del tricolore francese). Queste strisce non sono state poste a caso e anche i colori hanno un significato preciso. I tre colori identificano il livello di ruvidezza dell'asfalto in quel determinato punto. Queste fasce di asfalto colorato hanno però anche un altro obiettivo. Perché sono poste in quei determinati punti per ‘frenare' le vetture in caso di uscita di pista. Le strisce colorate di bianco sono poste laddove era stato inserito lo stesso asfalto del circuito del Paul Ricard, mentre dove ci sono quelle blu c'è un grip maggiore, il grado di aderenza massima è invece garantito da quelle rosse.
Contrari alle strisce spettatori e piloti
Negli ultimi quattro anni la gara si è disputata tre volte, nel 2020 è saltata a causa della pandemia. Gli spettatori ogni volta delle strisce se ne sono lamentati, sia quelli che hanno seguito la gara dal vivo sia coloro che la vedono in tv. Ma sono anche i piloti a lamentarsi, come ha dichiarato recentemente anche Mick Schumacher: "Questo è uno di quei tracciati in cui si può spingere di più rispetto ad altre piste solo perché si sa che si ha la possibilità di sfruttare l’asfalto oltre i limiti della pista e che le probabilità di avvicinarsi a un muro sono piuttosto scarse. Ovviamente, se si commette un errore, le gomme ne risentono, quindi è meglio non commetterlo in una sessione importante, ma è sicuramente una pista interessante. A volte può creare confusione a causa di tutte le linee diverse, e non vale solo per gli spettatori, ma anche per i piloti".