I sindaci francesi: “Vietare ai calciatori di farsi il segno della croce in campo.”
Vietare per legge ai calciatori, soprattutto a quelli che giocano per la nazionale, di farsi il segno di croce in campo perché questo comportamento è “contrario alla laicità della repubblica”. E’ l’incredibile proposta dell’Associazione dei Sindaci di Francia, l’omologo transalpino della nostra Anci, che negli scorsi giorni ha presentato un documento per “aiutare gli eletti a fare applicare il principio di laicità nel quotidiano”.
Tra queste raccomandazioni, anche quella di vietare agli sportivi ogni preghiera o di compiere qualsiasi gesto con valenza religiosa sul terreno di gara. L’associazione è presieduta dal massone François Baroin, il cui padre fu gran maestro della loggia del Grand’Oriente di Francia. Il vicepresidente, Patrick Molinoz, presentando il documento, ha detto chiaramente che bisognerebbe evitare di “farsi il segno di croce” in campo, in quanto “rispetto alla nazionale, bisogna rimarcare che quando si gioca per la Francia si rappresenta la Repubblica e forse bisognerebbe adottare un codice di condotta sul tema.” Secondo Molinoz, per fare un altro esempio, non dovrebbe essere consentito alle atlete musulmane di disputare gare con il capo velato, come invece è consentito dal Comitato Olimpico Internazionale. “E’ una via senza uscita. – attacca la versione francese del sito cattolico internazionale Aleteia – Come si potrebbe vietare ai Bleus di farsi il segno della croce mentre i loro avversari sarebbero liberi, invece, di compiere tale gesto? Sono tantissimi i calciatori portoghesi o brasiliani che dimostrano apertamente la loro fede, sia sul terreno di gioco che fuori.”
“I nostri colleghi sindaci – ha sottolineato un altro dirigente dell’Anci francese, Gilles Platret, – si trovano davanti ad associazioni sportive che non rispondono a criteri di laicità: abbiamo fenomeni di replica del gruppo associativo su basi religiose e questo è motivo di preoccupazione.” Ad esempio, dovrebbero essere vietate squadre sportive formate solo da immigrati di religione musulmana. Il documento dei primi cittadini transalpini esprime anche contrarietà alle sovvenzioni a manifestazioni di natura religiosa da parte dei Comuni “anche se le stesse sono tradizionali e accompagnate da attività culturali o festive”, così come si vorrebbe mettere limiti alla presenza di presepi nelle sedi pubbliche durante il periodo natalizio.