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Covid 19

Cina, Fellaini è il primo calciatore contagiato da Covid-19

Marouane Fellaini, centrocampista belga dello Shandong Luneng, è il primo calciatore contagiato da Coronavirus nella “Chinese Super League”. L’ex centrocampista belga del Manchester United è stato trovato positivo a un tampone effettuato il 20 marzo, al ritorno a Jinan dopo un viaggio in treno.
A cura di Maurizio De Santis
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Marouane Fellaini, centrocampista dello Shandong Luneng, è il primo calciatore contagiato da Coronavirus nel campionato al di là della Grande Muraglia (la Chinese Super League). Il dipartimento sanitario locale ha fatto sapere che l'ex centrocampista belga del Manchester United è stato trovato positivo a un tampone del 20 marzo, lo stesso giorno in cui il giocatore arrivava in treno a Jinan, nella provincia cinese di Shandong, localizzata a circa 500 chilometri dalla zona dell'Hubei.

È in quella porzione del Paese che da dicembre scorso s'è propagata la diffusione del Covid-19 (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale) e i progressi delle ultime settimane avevano spezzato la cortina di infetti e decessi causati dal morbo. Il 19 marzo, infatti, la Cina non aveva registrato alcun caso di positività dall'inizio della pandemia che dall'Asia è arrivata in Europa (con l'Italia che è la nazione maggiormente colpita).

Marouane Fellaini era volato in Cina un anno fa dopo aver concluso la lunga esperienza in Inghilterra tra le fila del Manchester United. Dopo cinque stagioni con la maglia dei Red Devils, il belga sembrava potesse comunque restare in Europa (c'erano stati contatti anche con società italiane) ma alla fine ha detto sì alle offerte che gli arrivarono da Oriente. Il suo score finora è stato soddisfacente almeno fino a quando si è potuto giocare: 12 gol in 34 partite giocate a corredo della vittoria in Coppa della Cina.

Cosa accadrà adesso al campionato cinese? Il torneo era stato sospeso a causa dell'emergenza sanitaria (il primo al mondo rinviato a data da destinarsi), valutando la possibilità che potesse riprendere nel mese di febbraio. Ipotesi scartata dalle autorità che ha procrastinato nel tempo l'opportunità di far riprendere alle squadre gli allenamenti e alla "Serie A asiatica" la normale competizione.

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