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Vingegaard shock, l’incidente lo ha segnato: “Ai miei figli sconsiglio di andare in bicicletta”

Il campione danese ha confessato tutte le proprie perplessità per come viene gestito il mondo del ciclismo. E attacca: “È diventato troppo pericoloso anche per colpa di corridori che credono di stare su bici senza freni”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Ai miei figli direi di non andare in bicicletta, è troppo pericoloso". A pronunciare queste parole non è un padre come gli altri ma Jonas Vingegaard, il ciclista danese della Visma | Lease a Bike. Scandisce bene questa frase lasciando spiazzato l'interlocutore che crede d0aver interpretato male il concetto espresso. Invece, è proprio così. Uno dei più forti corridori si mostra perplesso e diffidente verso quello stesso mondo nel quale compete ad alti livelli.

Qual è la causa di questa forte reticenza? Nell'evoluzione di una disciplina che esalta la spettacolarità di gare a discapito della sicurezza dei concorrenti. Il grave incidente in cui è rimasto coinvolto nella scorsa edizione del Giro dei Paesi Baschi per lui ha rappresentato una sorta di punto di non ritorno. Sfiorò la morte, se la cavò ma restò sotto shock. La certezza che la piega presa dal ciclismo è troppo rischiosa, considerato quel che può accadere in gruppo durante un percorso. Ricorda come fosse ieri cosa gli è accaduto un anno fa: frattura della clavicola, diverse costole rotte e difficoltà respiratorie entrarono nel corredo accessorio di quel ruzzolone che si rivelò drammatico alla luce dei ciclisti risucchiati sull'asfalto e delle ferite riportate dagli altri.

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Ecco perché Vingegaard nell'intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad tiene subito a precisare la ragione per la quale sconsiglierebbe ai figli di mettersi sul sellino e iniziare a pedalare. "Questo sport è troppo pericoloso in questo momento". E aggiunge un altro dettaglio alla sua riflessione, che spiega bene cosa intende quando parla di rischi. Il ricordo va sempre a quanto avvenuto nei Paesi Baschi: "Gli organizzatori ci fecero passare lungo una strada dissestata a causa delle radici degli alberi che eran sotto l'asfalto".

Colpa di chi mette in scena gli eventi e non ha la giusta cura per quei dettagli che fanno tutta la differenza per garantire prevenzione, precauzioni e sicurezza ma anche degli stessi ciclisti. Vingegaard, infatti, non risparmia critiche anche al modo in cui certi concorrenti interpretano le loro gare. A tutto c'è un limite, soprattutto alla competizione "a ogni costo" che mette a repentaglio perfino gli stessi compagni di squadra.

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"I ciclisti combattono anche quando non è necessario – ha aggiunto il corridore danese -. Lo abbiamo visto in Algarve, dove stavamo lottando per una posizione in curva nonostante quello sforzo non ci avrebbe portato chissà quale risultato. La verità è che a volte c'è davvero poco rispetto. E ci sono anche molti ciclisti che pedalano come se la bici non avesse i freni". 

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