Vingegaard e Pogacar padroni assoluti del Tour: frantumato il record di scalata sul Tourmalet
Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar stanno monopolizzando l'attenzione al Tour de France: i due capitani della Jusmo-Visma e della UAE erano sin da subito stati indicati come i due principali antagonisti per la maglia gialla da indossare a Parigi dopo tre settimane di corse e così non hanno mancato di confermare le aspettative sin dai primi giorni. E nella tappa numero 6, sul Tourmalet hanno anche deciso di lasciare un segno indelebile nella Grande Boucle frantumando un record che resisteva da 30 anni.
Era il 1993 quando sulla mitica ascesa del Col du Tourmalet, si segnò la più veloce scalata effettuata in una Grande Boucle: in quell'edizione di trent'anni or sono furono altri due a scrivere la storia, Zenon Jaskula (GB-MG Maglificio) e Tony Rominger (Clas-Cajastur). Quei 17 chilometri ad una media dell'8% furono percorsi in 45 minuti e 48 secondi.
Da allora, nessuno riuscì a fare meglio nel susseguirsi alla conquista del gigante dei Pirenei che da sempre imperversa durante i Tour de France dal loro inizio. Fino a giovedì 6 luglio 2023 quando ci hanno pensato i due ‘cannibali' Vingegaard e Pogacar a rivedere il record del Tourmalet percorrendo la salita in 45 minuti e 34 secondi, ben 14 in meno della coppia Jaskula-Rominger.
Un'impresa nell'impresa, perché quella progressione ha permesso al danese, già vincitore del Tour dello scorso anno, di prendersi poi la maglia gialla di leader della corsa su un Hindley entrato in profonda crisi e allo sloveno di preparare la vittoria della prima tappa di questa edizione, staccando per la prima volta il rivale di sempre in una salita nella Grande Boucle.
Un'impresa che ha permesso di inserire due nomi nuovi nella speciale classifica dei più veloci scalatori della mitica vetta. Poco conta se poi in cima a scollinare per primo è stato Johannes davanti a Guerreiro e a Shaw: Vingegaard e Pogacar si sono presi ugualmente l'intera scena monopolizzando ancora una volta la Grande Boucle. Senza pensare che il meglio debba ancora venire.