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Vingegaard e la caduta ai Paesi Baschi: “Ho pensato di morire. Mi son detto: se sopravvivo mi ritiro”

Approfittando della prima giornata di pausa del Tour de France, Jonas Vingegaard è tornato sull’orribile incidente ai Paesi Baschi dove ha rischiato la vita: “Ora sono cambiato, penso a godermela e sono più rilassato. Ringrazio ogni singolo giorno di poter essere di nuovo in bici”
A cura di Alessio Pediglieri
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Giornata di riposo al Tour de France dopo una prima settimana di scintille su e giù dalla sella. I migliori si sono subito dati battaglia senza esclusione di colpi, tastando le reciproche condizioni. Pogacar ha fatto il diavolo in salita e in discesa, Evenepoel nella cronometro, Vingegaard si è limitato a rispondere colpo su colpo. Proprio il danese vincitore delle ultime due edizioni e reduce dalla orribile caduta ai Paesi Baschi, ha parlato del suo dramma personale nella conferenza stampa tenuta nel giorno di pausa.

L'incubo di Vingegaard, la paura di morire e il ritiro

Ai Paesi Baschi, Jonas Vingegaard insieme ad un altro manipolo di corridori è stato vittima di un terribile incidente, fracassandosi in discesa su un fossato di cemento a bordo strada. Insieme a lui sono finiti malconci altri colleghi, tra cui Primoz Roglic e Remco Evenepoel ma ad avere la peggio è stato proprio il danese: trasportato in ambulanza con l'aiuto dell'ossigeno, aveva riportato fratture multiple che lo hanno costretto ad un lunghissimo periodo di riabilitazione, dove ha pensato anche al ritiro.

"In quegli istanti ho pensato che sarei morto" ha raccontato Vingegaard in conferenza stampa nel giorno di riposo al Tour. "Ho avuto mille pensieri e mi sono anche fatto una promessa: che se fossi sopravvissuto avrei anche valutato a ritirarmi. Valeva la pena rischiare la vita per andare in bicicletta? Dopo una caduta del genere, certe domande non puoi non affrontarle"

Il recupero di Vingegaard dopo la caduta, la forza della famiglia

"Anche Trine (sua moglie, Trine Marie Hansen, ndr) pensava che stessi morendo, ma non mi ha mai lasciato solo un attimo. La mia famiglia mi ha sorretto le spalle nel momento più cupo e triste, mi ha dato la forza per rialzarmi e reagire. Poi piano piano, ci siamo lasciati tutti tutto alle spalle" ricorda Vingegaard oggi regolarmente al Tour, dove sta ancora testando la propria forma psicofisica.

"Prima di quanto è accaduto ero effettivamente diventato un po' disinvolto, pensando che non sarebbe mai potuto succedere proprio a me" ammette Vingegaard: "Il motivo? Sono sempre stato bravo a evitare cadute gravi e sono sempre riuscito a frenare in tempo quando accadevano questi tipi di incidente".

La nuova vita di Vingegaard, la caduta lo ha cambiato

Le qualità di Vingegaard in bici non sono di certo cambiate o diminuite dopo il terribile incidente dei Paesi Baschi, ma la componente mentale ha giocato di certo un ruolo fondamentale. E il campione danese in corsa non è più quello di prima: "Ora mi diverto di più e sono più rilassato nel grande circo del Tour, non importa quanto andranno bene le cose, il fatto che io sia al via è la cosa più importante".

"In qualche modo voglio stare ogni giorno più attento. Ma so anche che si può stare attenti e nello stesso tempo si può sempre competere per la vittoria nelle gare ciclistiche. Di certo ora rifletto di più a quando correre dei rischi e ringrazio di poter salire ancora in sella ogni singolo giorno".

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