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Vingegaard aveva allertato su quella curva troppo pericolosa: il bollettino post caduta è raggelante

Diversi mesi prima del Giro dei Paesi baschi, il ciclista danese aveva manifestato preoccupazione all’agenzia di sicurezza Safe Cycling. “Ma non abbiamo mai ricevuto risposta”.
A cura di Maurizio De Santis
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Tutti sapevano che lì, in quella curva in discesa dove i ciclisti arrivano ad alta velocità, il rischio di cadere e farsi male davvero era altissimo. Non c'è alcun segnale nei pressi di quel tornante insidioso che è divenuto teatro dell'incidente che s'è verificato a 35 km dall'arrivo della quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi.

Non c'è alcuna indicazione tangibile del fondo stradale irregolare, che aumenta la difficoltà per conservare equilibrio e stabilità durante la pedalata soprattutto quando serve coniugare controllo e velocità dell'andatura. Pietre ai bordi del tragitto e un canale di scolo in cemento hanno solo peggiorato la situazione, rendendo più disastroso capitombolo e groviglio di uomini e biciclette.

Jonas Vingegaard, uno dei corridori rotolati tra l'asfalto e il fosso adiacente alla carreggiata, se n'era reso conto a gennaio scorso. Adesso è in ospedale con una clavicola rotta, diverse costole fuori posto. Ulteriori esami hanno rivelato anche una contusione polmonare e un pneumotorace. Dopo un sopralluogo aveva manifestato preoccupazione all'agenzia di sicurezza Safe Cycling specializzata nella comunicazione dei punti più pericolosi di una gara: ascolta le sensazioni di chi sta sulle due ruote, ne recepisce le indicazioni e ne discute (o almeno ci prova) con gli organizzatori così da arrivare a soluzioni comuni per garantire maggiore tutele.

Un triste presagio che s'è avverato, così definisce le immagini restituite dalla tv: "Jonas ci aveva avvertiti già sei mesi fa – ha ammesso di Markus Laerum, CEO dell'ente – gli incidenti in una gara possono avvenire sempre e per molte ragioni, ma in generale si può fare molto per migliorare le cose. Per esempio, un segnale preventivo di pericolo piazzato in un determinato punto di un percorso è l'accortezza più richiesta dai ciclisti. Spesso cerchiamo di risolvere questo problema con frecce luminose a led o addirittura segnali acustici". 

La domanda che ronza in testa è una sola: perché nulla è stato fatto se tutti sapevano? "Non abbiamo mai ricevuto risposta", sono le parole emblematiche di Laerum ai media belgi. Ha cercato un contatto vanamente. "Ecco perché è stato frustrante vedere quello che è successo".

Il bollettino medico: Vine ha un polmone collassato, Quinn lo sterno fratturato

Il bollettino medico è tremendo, mette i brividi addosso. Jay Vine dell'UAE Team Emirate è il corridore che sembra aver riportato i danni maggiori a causa del trauma subito nell'impatto. Adriano Rotunno, direttore sanitario del team ha fornito dettagli sulle condizioni dell'australiano: "Ha riportato la frattura di due vertebre cervicali e di due vertebre toraciche. Per fortuna non ci sono danni neurologici né altre lesioni gravi o traumi cranici. Attendiamo anche la valutazione ortopedica che verrà fatta sulla colonna vertebrale".

Remco Evenepoel si è rotto la clavicola destra e la scapola e oggi sarà operato. Steff Crass del Team Total Direct Energie aveva un polmone collassato sul lato destro, alcune costole e due vertebre fratturate. A Sean Quinn, corridore statunitense della EF Education Easypost, sono stati diagnosticati una commozione cerebrale e la frattura dello sterno. I più fortunati se la sono cavati con abrasioni, lividure e qualche acciacco.

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