Una donna ha tentato di sabotare Van der Poel alla Parigi-Roubaix: gesto sconsiderato sul pavé
Un gesto tanto brutto quanto folle e assurdo, che ha rischiato di compromettere la corsa di Mathieu van der Poel e provocare una caduta rovinosa. L'olandese ha vinto la Parigi-Roubaix e adesso può anche ripensare a quell'episodio liquidandolo con uno sbuffo e un'imprecazione silente per l'atteggiamento sciagurato della donna che, ai bordi della strada, ha cercato di sabotare la sua fuga solitaria: era scattato a 60 km dall'arrivo, inforcando i pedali e mulinando le gambe a ritmo alto e costante. Poteva sembrare un azzardo, invece ce l'ha fatta conservando energie e lucidità tali da scansare con un leggera scartata di lato l'oggetto che la spettatrice irresponsabile ha provato a lanciargli tra le ruote.
In quel frangente, credendo di non essere vista, la donna s'è mescolata alla ressa del pubblico che s'era ammassato ai lati della carreggiata. Ha atteso che il ciclista arrivasse nei pressi e poi gli ha tirato un berretto. Non le è sfuggito di mano per la foga del tifo. No, dalle immagini proposte in diretta si nota chiaramente come quell'atteggiamento sia intenzionale. Per fortuna, non ci sono state conseguenze: se il corridore avesse perso il controllo della bici, sarebbe finito sulla massicciata del pavé.
Con quali ripercussioni? Meglio non pensarci e scacciare quei cattivi pensieri godendosi la classe e il talento del campione che dall'Inferno del Nord è uscito vincitore. Un successo storico nella regina delle classiche, il secondo dopo quello dell'anno scorso, l'ennesimo dopo il dominio al Giro delle Fiandre. Anche in quel caso van der Poel è stato costretto a subire insulti e l'attacco da parte del pubblico: i tifosi avversari, contro i quali in passato ha avuto anche reazioni altrettanto dure e scomposte, gli hanno lanciato addosso (ma è successo anche ad altri ciclisti) bicchieri di birra e altri liquidi.
A 29 anni Mathieu van der Poel ha scolpito il suo nome nella leggenda del ciclismo. Ha letteralmente divorato il tragitto di 259 chilometri, 55.7 percorsi sul pavé insidioso e con la novità della chicane piazzata all'ingresso della Foresta di Arenberg, messa lì per rallentare la velocità dei ciclisti. Pure questo fa parte di una vittoria nei tempi moderni. Per trovare un altro ciclista capace di compiere un'impresa del genere bisogna tornare indietro nel tempo ai tempi eroici delle due ruote, alle foto virate seppia, alla narrazione affidata alla voce della radio e alle pagine dei giornali: nel 1962 Rik Van Looy, noto come l'imperatore di Herentals, piazzò il filotto di trionfi che oggi appartiene all'olandese.