Ullrich e l’ultimo folle aneddoto: “Spargevo soldi sul pavimento, era il bancomat per pagare la droga”
Ian Ullrich è ritornato a scoperchiare il calderone che cela i suoi anni più bui che corrispondono anche a quelli vincenti nel ciclismo a cavallo degli anni 90 e il 2000. L'ex campione tedesco, che ultimamente ha ammesso tutte le proprie dipendenze, l'uso sistematico di doping e i suoi problemi personali che lo portarono anche ad una profonda depressione è tornato a raccontare il suo inferno anche dopo il ritiro, avvenuto nel 2007. In particolare ripercorrendo il 2018 quando fu vittima di un crollo psicofisico impressionante, mentre viveva a Maiorca e che lo portò anche in carcere: "Bevevo e mi drogavo, la mia casa era divenuta la meta di malviventi e spacciatori. Avevo riversato sul pavimento di camera mia un borsone strapieno di soldi: chi voleva, andava lì, come al bancomat".
Racconti assurdi da parte di Ullrich che a margine della sua nuova autobiografia, che uscirà il 25 giugno, racconta soprattutto l'inferno del post carriera. "Himmel, Hölle – und zurück ins Leben", si intitola che tradotto spiega perfettamente il contenuto: "Paradiso, inferno e ritorno alla vita". Ullrich ritorna sui successi in bicicletta, ma svela retroscena inediti dei suoi momenti più bui, soprattutto il 2018, anno in cui venne anche arrestato a Maiorca e sprofondò in fondo al baratro.
La vita folle di Ullrich: i soldi sul pavimento per gli spacciatori
I ricordi di Ullrich di quel periodo post ritiro sono devastanti: ripercorrono una vita completamente allo sbando con l'ex campione in preda ai suo i fantasmi, circondato da personaggi della malavita, divenuti compagni quotidiani. "Un giorno andai in banca e mi presentai con un borsone vuoto. Lo buttai davanti all'impiegato e chiesi una cifra assurda, stentò a riconoscermi. Non posso dargli torto: non dormivo da un paio di giorni ed ero imbottito di alcool e droghe".
Poi, l'ultima parte folle del racconto: "Tornai a casa, riversai il contenuto della borsa sul pavimento della stanza da letto. Ogni volta che veniva uno spacciatore a casa lo mandavo in camera come ad un bancomat: lì poteva ritirare tutti i soldi che voleva. Le droghe mi avevano reso improvvisamente un bastardo rumoroso . La mia casa a Maiorca era diventata improvvisamente una ‘Rockstar-hölle' dove confluivano tutti: attori, malavitosi, artisti e criminali. Tutti bussavano alla mia porta 24 ore su 24. Tutti erano i benvenuti".
L'alcool e la cocaina: gli abusi di Ullrich e il divorzio
Nel 2018, Ullrich era anche sposato, con Sara da cui aveva avuto due figli. L'oggi ex moglie provò in ogni modo a risollevarlo ma non riuscì, fino ad essere costretta a lasciarlo con i piccoli, ritornando in Germania mentre lui rimase nella sua tenuta di Maiorca: "Mi sentivo ancora una vittima del sistema, ma sapevo anche che o Sara mi lasciava o sarebbe stata per sempre distrutta dal mio stile di vita. Bevevo tutti i giorni e facevo uso di cocaina, ma in segreto. Un giorno Sara mi sventolò un sacchetto bianco sotto il naso e mi urlò "Sei serio? Usi cocaina quando hai figli? Cos'hai che non va?".
Fu l'inizio della fine, Sara e i figli lasciarono Maiorca mentre Ullrich restò: "L'ho ignorato per molto tempo questo fatto, ma rovinavo chiunque rimanesse con me. Lei se ne andò e io rimasi nel mio paradiso, che in realtà era il mio incubo peggiore" ha ricordato ancora l'ex campione tedesco, precipitato in un baratro senza fondo, dal quale si rialzerà solo mesi dopo, a seguito di una condanna e un periodo di riabilitazione in una clinica.