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Ullrich e il doping, l’ultima sconcertante conferma: “C’era l’accordo con gli sponsor, sapevano tutto”

Jan Ullrich ha rilasciato nuove dichiarazioni sull’utilizzo sistematico del doping nel mondo del ciclismo, spiegando come fosse possibile praticarlo senza ripercussioni di alcun genere: “Non ho mai avuto cause e processi perché c’era un patto con gli sponsor. Sapevano tutto e pagavano bene”
A cura di Alessio Pediglieri
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Com'è possibile che un campione di ciclismo del livello di Jan Ullrich facesse uso sistematico di doping per vincere nel ciclismo professionistico e nessuno ne sapeva nulla? Una domanda la cui risposta è stata data dallo stesso ex campione tedesco, che ha confessato apertamente di aver fatto uso di sostanze illecite per svariati anni in modo sistematico: ma era un processo illecito sistematico e lui era una macchina da soldi, tutto gli era concesso, anche dagli sponsor. "Sapevano tutto, c'era un accordo", le ultime rivelazioni ad una TV tedesca, "ma mi pagavano bene e si stava tutti zitti".

Le ultime rivelazioni di Ullrich: il silenzio connivente degli sponsor sul doping

Continuano le "rivelazioni" sulla carriera di Jan Ullrich intorbidita irrimediabilmente dal doping e dall'uso di droghe, di cui ha fatto uso per anni e che gli ha permesso di conquistare la vetta del mondo nel ciclismo all'alba del Terzo Millennio. L'ex campione tedesco, ha confermato in una recente intervista rilasciata ad una TV tedesca, ciò che tutti sospettavano da tempo: il ruolo degli sponsor in questa nera vicenda: "Non ho dovuto subire cause legali una volta confessato di aver barato" ha spiegato Ullrich a Wdr TV. "Gli sponsor sapevano perfettamente ciò che stavo facendo, ma mi pagavano bene. C'era una sorta di accordo per far calare il silenzio sull'argomento, finché vincevo. Si era capito" ha poi concluso, "che l'uso che si faceva del doping era inserito in una struttura sistemica".

Ullrich spiega quando ha deciso di confessare il doping: dopo Armstrong

Le confessioni di Ullrich arrivano ad anni di distanza dai fatti ma sono sempre più circostanziate e si arricchiscono di particolari precisi che alimentano la definizione di uno scenario allucinante del ciclismo a cavallo tra gli anni 90 e i primi del 2000. "Ho avuto la forza di parlarne e di liberarmi solamente dopo che Armstrong a sua volta ha confessato tutto" ha spiegato l'ex campione tedesco, riferendosi alla famosa intervista del texano a Oprah Winfrey oramai risalente a oltre 11 anni fa. "Quando Lance ha confessato e dopo che ci sono state molte più ammissioni che hanno confermato come il doping fosse pratica comune, ho trovato la forza di parlare: il pubblico aveva già inteso la dimensione del problema".

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