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Ullrich e il doping, le confessioni shock al podcast di Toni Kroos: “Sono vivo grazie ai miei figli”

L’ex campione di ciclismo Jan Ullrich è intervenuto al podcast del giocatore del Real Madrid Toni Kroos rivelando altri retroscena del suo rapporto col doping: “Tutti mi hanno abbandonato. Il giorno prima parlavo con amici e parenti, quello dopo con gli avvocati. Sarei morto, alla fine mi dissi che non potevo permetterlo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Jan Ullrich, ex ciclista tedesco finito nel baratro del doping, ha deciso di rivelare nuovi inediti retroscena del periodo più cupo della sua vita, affidandosi al podcast del calciatore del Real Madrid Toni Kroos in cui è tornato a parlare del proprio documentario e del motivo per cui ha deciso di farlo. Svelando il dramma personale in cui era scivolato, tra depressione e la solitudine: "Mi hanno abbandonato tutti, ad un certo punto mi sono detto che non poteva finire così. Oggi sono vivo grazie ai miei figli".

Ancora sconcertanti rivelazioni di Jan Ullrich ex fenomeno del ciclismo tra gli anni 90 e 2000 le cui imprese sono state macchiate indissolubilmente dalle vicende con il doping, una pratica che il tedesco – insieme a molti altri, tra cui l'amico texano Lance Armstrong – ha ripetutamente confermato di averne fatto uso sistematico. Ma al podcast di Toni Kroos, "Einfach mal Luppen", che il giocatore tiene insieme al fratello, l'ex ciclista ha evidenziato altri particolari agghiaccianti di quegli anni.

Anni in cui tutto o quasi era lecito e consentito in un ciclismo alla deriva in cui le regole valevano solamente sulla carta, intriso di personaggi loschi, pratiche meschine, campioni vittime e complici, in cui ci si poteva imbattere in chiunque. Come ha spiegato Ullrich: "Sembrava che dovessi vincere sempre, non riuscivo più a staccare per la pressione dei media. Non mi permettevano di tornare a una vita normale. Avevo bisogno di riposarmi, ma avevo sempre eventi con sponsor, pubblicità, interviste… Avevo una pressione che sentivo estrema. Ed è a quel punto che si è mi presentato un medico e mi ha detto che aveva una ricetta segreta con effetti immediati…"

L'inizio della fine, per Ullrich così come per moltissimi altri ciclisti in quegli abbi bui: "Avevo deciso di non dire nulla a nessuno" continua il tedesco, rispondendo alle domande di Kroos. "Volevo costruirmi un'altra vita e non ha funzionato. Quindi quando sono giunto a quel punto molto basso della mia esistenza, ho deciso che dovevo condividerlo con delle persone. Così ho rotto tutte le barriere che avevo costruito intorno a me e ho confessato il mio problema col doping"

Jan Ullrich oggi, ha presentato il docufilm Amazon sugli anni più bui della sua carriera, tra doping e depressione
Jan Ullrich oggi, ha presentato il docufilm Amazon sugli anni più bui della sua carriera, tra doping e depressione

"Ero caduto in depressione perché sapevo che avrei dovuto interrompere quello che stavo facendo e iniziare a condurre di nuovo una vita normale. Ma non avevo forze, non mi sentivo in colpa, allora non era come oggi, era sentito come una pratica normale. A quel tempo non era visto come un reato ma una semplice opportunità: nessuno si sentiva in ​​colpa perché sapevi che anche tantissimi altri ne facevano uso". Poi, però, il baratro che fa paura e dal quale provi ad allontanarti.

Anche per Ullrich era arrivato il momento di dire basta e così arrivò il momento a fine carriera di ammettere l'utilizzo di sostanze proibite, adoperate in quegli anni. Invece di liverarsi di un peso, però,  si è ritrovato improvvisamente ancora più in difficoltà: "All'improvviso perdi tutto. Parlando di doping ho perso tutto quello che avevo costruito per decenni: gli amici, la famiglia, i contatti… Tutti continuavano a vivere la loro vita senza curarsi di me: ero caduto e mi ritrovavo abbandonato. All'improvviso tutti mi hanno lasciano cadere e mi sono dovuto rialzare da solo. Non parlavo più con gli amici, ma parlavo con gli avvocati…"

Jan Ullrich nel 2001 a firmare autografi al Giro d'Italia con la divisa della T-Kom
Jan Ullrich nel 2001 a firmare autografi al Giro d'Italia con la divisa della T-Kom

Alla fine, però, la salvezza si è presentata a Ullirch nelle sembianze dei suoi affetti più cari, proprio nel momento di maggior disperazione. "Mi continuavo a ripetere che non potevo più continuare così" ha confessato a Kroos. "Ho quattro figli e sono loro che mi hanno motivato, perché mi ero completamente abbandonato. Senza i miei figli probabilmente non sarei qui oggi, vivo a parlare con voi"

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