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Tutti contro Austin Killips, la “Regina delle montagne” e atleta transgender che domina nel ciclismo

Austin Killips ha trionfato in Messico nel Tour of Gila femminile scatenando un’ondata di critiche e risentimento perché atleta transgender. “E’ come essere dopati”, “Stanno uccidendo lo sport”, i commenti più duri. E c’è chi ne ha chiesto l’immediata esclusione da tutte le gare.
A cura di Alessio Pediglieri
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Austin Killips è nata il 30 dicembre 1995 a Chicago con una immensa passione per la bicicletta, con cui gareggia dal 2019 e dallo scorso 2022 è entrata a far parte dei professionisti iscritti nelle liste UCI, categoria femminile. Anche se è nata maschio, ed è questo il problema che ora sta coinvolgendo suo malgrado l'atleta statunitense. Negli ultimi mesi è salita alla ribalta delle cronache per le sue performance e in Messico ha appena conquistato il Tour of Gila, gara professionistica inserita nel calendario dell'Unione Ciclistica Internazionale. Prima transgender in assoluto a trionfare tra le donne e forse l'unica perché rischia di essere l'ultima: il suo successo ha riacceso feroci polemiche sulla presenza di atleti maschi in pubertà e femmine in età adulta, con molti che ne stanno chiedendo l'esclusione dalle competizioni femminili.

Purtroppo, la polemica scatta ogni volta che un atleta transgender riesce a dare dimostrazione delle proprie qualità atletiche alzando un polverone sul suo corretto inserimento all'interno di gare femminili. Per alcuni è come il "doping", sfruttando qualità fisiche comunque impossibili per una donna, per altri è più semplicemente una questione da affrontare e dover risolvere permettendo a tutti di poter competere, con pari opportunità ed eguaglianza. Così, la "Regina delle Montagne", come è stata denominata per le sue prestazioni al Tour of Gila, Austin Killips è diventata il nuovo pretesto per alcuni, per fomentare la battaglia di esclusione degli atleti transgender.

Il punto è che la questione è più che delicata e complessa e non facilmente risolvibile con un "ban" – come hanno subito gridato i più radicali sul tema – visto che anche il World Athletics nei mesi scorsi è intervenuto sull'argomento,  per quanto riguarda le gare d'atletica, decidendo per studiare parametri che possano consentire equità di valori all'interno delle competizioni femminili o la creazione di una ‘terza' categoria sportiva oltre agli uomini e alle donne per evitare esclusioni e favore l'inclusione. E al momento, ciò che ha fatto in bicicletta Austin Killips è da prendere semplicemente per quello che è: prestazioni degne di un campione, visto che per l'UCI tutti gli atleti transgender possono gareggiare nelle gare femminili seguendo precisi controlli sul testosterone.

Eppure, dopo l'impresa messicana al Tour of Gila di Killips è ritornata la feroce polemica con la richiesta di bandire le atlete transgender dalle competizioni femminili perché "avvantaggiate". Così dallo stesso mondo del ciclismo si è alzato il polverone. Commentando il caso Killips, l'ex ciclista campionessa del mondo canadese Alison Sydor ha twittato: "La partecipazione di Killips alle gare femminili funzionalmente non è diversa dal doping. Le attuali regole dell'UCI che consentono ai maschi di competere negli eventi di ciclismo femminile non sono giuste nei confronti delle atlete. È ora che l'UCI ammetta che questa situazione attuale delle regole è insostenibile e lascia un segno nero sul ciclismo come sport leale per le donne".

Non da meno altre critiche, provenienti dallo sport in generale come dall'ex nuotatrice olimpica britannica, Sharron Davies: "Questo è oltremodo deludente… I responsabili dovrebbero chinare la testa per la vergogna. L'UCI non è adatto allo scopo".

E la diretta interessata? Austin Killips non è rimasta in silenzio davanti a tanto clamore suscitato dalla sua ultima performance in Messico e ha voluto replicare via social, rilasciando il proprio pensiero: "Dopo una settimana di stupidaggini scritte su internet sono particolarmente grata a tutti quelli del ciclismo e dello sport che continuano ad affermare che twitter non è la vita reale. Amo i miei coetanei e i miei avversari e sono grata per ogni opportunità che ho di imparare e crescere come persona e atleta in corso insieme… Abbracciate i vostri amici, andate in bici insieme, e non dimenticate mai che un mondo migliore è possibile"

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