Tobias Lund è spaesato al Giro dopo la caduta, ha perso qualcosa che non trova più: ci pensa una tifosa
Una quinta tappa del Giro d'Italia che è stata più che movimentata. Un arrivo a sorpresa con una mini volata a 4 con Thomas che ha stupito beffando i velocisti, andandosi a prendere il successo di giornata sul traguardo di Lucca. Ma anche una serie di cadute che hanno caratterizzato una frazione tutt'altro che anonima e che aveva visto ancor prima della partenza un episodio più che particolare che aveva coinvolto il ciclista della Team DSM-Firmenich PostNL, Tobias Lund Andresen.
Come in ogni tappa, per raggiungere la partenza ufficiale si percorrono alcuni minuti in bicicletta, per il trasferimento al "chilometro zero". Così è avvenuto anche a Genova pochi istanti prima del via della quinta frazione del Giro d'Italia con il plotone compatto che si è portato sulla linea di avvio non senza un piccolo contrattempo: una caduta che ha visto protagonista Tobias Lund Andresen, giovane promessa di soli 21 anni, professionista dalla scorsa stagione.
Forse l'emozione, di certo la mancanza di una adeguata esperienza, fatto sta che nel tratto di avvicinamento al km zero, si è dovuto suo malgrado fermare, senza conseguenze importanti perché come di prassi, alla notizia, tutto il gruppo ha rallentato per permettere a Lund di rientrare comodamente in plotone e partire insieme agli altri. Eppure per qualche istante il giovanissimo danese è sembrato totalmente spaesato e agitato. Invece di risalire subito in sella, è rimasto a girarsi, alla ricerca di qualcosa che non trovava più.
Il mistero si è risolto qualche istante più tardi quando in suo soccorso sono arrivati alcuni tifosi, tra cui una signora che è stata determinante per permettere a Lund di proseguire la sua avventura: nell'impatto, aveva perso il computerino inserito sul manubrio, su cui si controllano i dati di corsa, tra cui i preziosissimi watt di potenza. Era finito sull'asfalto, lontano dagli occhi del danese non della donna che l'ha raccolto, gliel'ha riconsegnato per poi dargli una pacca di incoraggiamento sulla spalla.