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Surreale episodio al Giro del Delfinato: i fuggitivi sbagliano strada, costretti ad una inversione a U

Indotti nell’errore da una moto e a da una ammiraglia dell’organizzazione, i 5 ciclisti in fuga si sono accorti dello sbaglio solo 200 metri più avanti, costretti a fare una inversione a U e ritornare sui loro passi. Ennesimo episodio surreale al Giro del Delfinato nella 6a tappa dove gli stessi protagonisti erano stati protagonisti di una pericolosa caduta a oltre 90km/h.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Giro del Delfinato continua a far parlare di sé e non per questioni meramente legate alle imprese sportive dei ciclisti iscritti. Dopo la terribile maxi caduta nella quinta tappa, poi neutralizzata per permettere alle ambulanze di intervenire, nella sesta tappa è andata inscena prima un'altra spaventosa caduta, in piena discesa a oltre 90km/h e poi il clamoroso errore degli uomini in fuga che, seguendo una moto dell'organizzazione, hanno sbagliato strada. Se ne sono accorti solo 200 metri dopo, costretti a fare inversione a U.

Un errore inammissibile per dei professionisti è avvenuto attorno a 30 chilometri dall'arrivo quando in fuga c'erano cinque ciclisti con un vantaggio di quasi 3 minuti sul plotone ad inseguire. Ad un certo punto, davanti ad un bivio il gruppetto ha proseguito dritto, invece di svoltare a sinistra come segnalavano le indicazioni in giallo poste sui cartelli stradali. Una disattenzione che è costata carissima perché lo sbaglio ha costretto i fuggitivi a frenare, girarsi e ritornare sui propri passi per oltre 200 metri, perdendo gran parte del vantaggio proprio quando la corsa stava entrando nel vivo.

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L'errore di percorso causato da una moto e da un'auto dell'organizzazione

L'episodio è stato causato da una moto e da una ammiraglia dell'organizzazione del Delfinato che hanno tratto in inganno i fuggitivi: malgrado al bivio si indicasse in modo evidente di svoltare a sinistra per proseguire sul tracciato corretto, i cinque in fuga sono passati dritti, seguendo i mezzi organizzativi senza indugio. Solo dopo un centinaio di metri, Thibeault Guernalec (Arkea) si è accorto – o è stato avvisato dalla propria ammiraglia – ha rallentato e infine si è voltato per ritornare sui propri passi. Gli altri quattro compagni di fuga hanno proseguito ancora prima di effettuare a loro volta una inversione a U. La cosa surreale, oltre all'errore da principianti, è che nessuno delle televisioni, fotografi e le altro auto presenti sul tracciato ha avvisato i ciclisti dello sbaglio. Ovviamente, l'errore è stato causato dal motociclista ma secondo le regole non ha alcuna responsabilità perché sono i corridori gli unici responsabili di loro stessi in corsa.

La rovinosa caduta a 90 chilometri in discesa

Dopo quella della quinta tappa, dalle conseguenze disastrose, c'è stata un'altra pericolosissima caduta che ha visto volare fuori strada due ciclisti, sempre della fuga di giornata. Il momento è stato ripreso in diretta dalla moto che seguiva i fuggitivi: la telecamera ha prima indugiato sul cruscotto nel segnalare la velocità pazzesca (tra i 91 e i 92 orari) per poi inquadrare i corridori impegnati in una curva proprio quando un paio di loro sono finiti nell'erba. A cadere sono stati Thibault Guernalec e il britannico Mason Hollyman che hanno sbagliato la loro traiettoria nella discesa del Col du Granier: il francese è andato largo franando nell'erba mentre il corridore della squadra israeliana ha fatto una capriola volante prima di schiantarsi. Fortunatamente entrambi hanno ripreso, poi la gara.

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