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Qui Giro d’Italia: sfida spietata tra Nibali e Wiggins (ma occhio agli outsider)

Scatta tra due giorni la Corsa Rosa: 21 tappe, 3.449 chilometri e la sfida tra i migliori corridori del mondo. Favorito il nostro Nibali e Wiggins, ma occhio anche a Hesjedal e Scarponi.
A cura di Davide Falcioni
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Bradley Wiggins è alto e sottile come uno stecco, ha i basettoni da rock star degli anni 70 e la voce grossa del padrone. Vincenzo Nibali lo sguardo da scugnizzo, la cadenza siciliana, la pelle bruciata dal sole. Questi due uomini, caratterialmente e tecnicamente assai distanti tra loro,  a partire da sabato saranno i principali pretendenti alla vittoria del Giro d'Italia: 3.449,8 chilometri di lunghezza, distribuiti in 21 tappe colme di trabocchetti, e con un'ultima settimana terribile tra Alpi e Dolomiti, su alcune delle vette che hanno segnato la storia di questo sport: su tutte, Col du Galibier (dove Pantani costruì la vittoria del Tour De France del 1998) e Tre Cime di Lavaredo.

Mancherà Ivan Basso, che ha dato forfait stamattina a causa di un guaio fisico: onestamente, però, il due volte vincitore della Corsa Rosa non avrebbe in alcun modo potuto intimorire i rivali. Troppo lontana la sua condizione: mai, in questa prima parte di stagione, il varesino aveva dato un segnale incoraggiante. Bisognerà invece stare molto attenti al canadese Hesjedal, vincitore del Giro 2012, e Michele Scarponi, che invece ha avuto la meglio nel 2011 (dopo la squalifica per doping di Contador). Poi c'è Cadel Evans: vincitore di un Tor e di un campionato del Mondo, è in Italia per preparare la Grande Boucle ma da lui è lecito attendersi di tutto: anche un colpo di mano coraggioso da lontano.

Ma che Giro sarà il prossimo? Di sicuro, molto più duro di quello 2012 e, apparentemente, con un percorso cucito addosso alle caratteristiche di Vincenzo Nibali: una cronometro a squadre a Ischia, una individuale e una cronoscalata. E per il resto un'infinità di ascese più o meno importanti, che stimoleranno la fantasia del siciliano e metteranno invece a dura prova il "rigore scientifico" con il quale corre Wiggins, dotato della squadra più forte ma – almeno finora – scarso in creatività e quasi "telecomandato" dall'ammiraglia. L'anno scorso al Tour de France è stato l'inglese ad avere la meglio, mentre il siciliano è finito terzo, rifacendosi però in questa prima parte di stagione dando una sonora batosta a Wiggins al Giro del Trentino. Gli altri potranno fare la parte degli outsider e sperare che i due favoriti incappino in giornate storte.

Quella che si delinea all'orizzonte non è dunque solo una sfida "muscolare", ma un confronto tra due modi assai diversi di intendere il ciclismo: vincerà lo scugnizzo siciliano o il freddo calcolatore inglese?

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