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Giro d'Italia 2024

Primoz Roglic di nome e di fatto, il trionfo al Giro per un 2023 perfetto: dove corre, vince sempre

Primoz Roglic ha imposto ancora la sua legge nelle corse a tappe in cui ha partecipato quest’anno. Imponendo la propria legge e battendo i migliori, da Evenepoel a Thomas.
A cura di Alessio Pediglieri
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La straordinaria vittoria al Giro d'Italia 2023 di Primoz Roglic ha riconciliato tutti gli appassionati di ciclismo con la corsa in rosa: un successo arrivato in modo rocambolesco e imprevedibile, il più bello. Quando tutti credevano che oramai i giochi fossero fatti. Invece, il campione sloveno è riuscito nell'impresa di strappare la maglia nell'ultima salita, all'ultima occasione. Sorprendendo tutti, ma non se stesso.

Se la sconfitta di Geraint Thomas ha confermato una legge non scritta al Giro d'Italia, cioè che nessuno lo ha mai vinto a 37 anni, il trionfo di Roglic ha mostrato l'altro lato della medaglia: è possibile ottenere la vittoria domando tutti gli avversari, senza mai eccedere, lasciando l'onore e le cronache agli altri, in silenzio. Sapendosi gestire e combattendo contro ogni avversità che non sono state rappresentate in questa edizione 106 dai vari Evenepoel, Almeida o Thomas.

Sin dalla vigilia della prima tappa la Jumbo-Visma era stata falcidiata dal Covid, con Roglic che si presentava al via tra mille incertezze: l'ombra dell'epidemia, l'effettivo reale stato di salute dello sloveno, team avversari completi ed agguerriti. Ed è così che la strategia di fondo è stata disegnata settimana dopo settimana: prima ad Evenepoel, poi a Thomas gli onori e gli oneri della maglia rosa, senza mai eccedere in tutte quelle salite che gli amanti del ciclismo hanno atteso, delusi, per godersi un testa a testa tra i migliori.

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Il trionfo di Roglic al Giro è stato straordinario per diversi aspetti e non solo per l'impresa epica sul Lussari, con il problema tecnico sull'ultima salita, l'ansia di dover recuperare mezzo minuto a Thomas, la paura che fosse compromesso tutto senza averne la minima colpa. Roglic col capolavoro sulla cronoscalata ha ridato significato ad una delle edizioni più noiose e meno combattute di sempre e ha dimostrato che quest'anno, meglio di lui non c'è assolutamente nessuno: laddove ha corso, nel 2023, ha sempre vinto.

Tre corse a tappe, tre successi: alla Tirreno-Adriatico, poi alla Vuelta Ciclista a Catalunya, quindi al Giro. E nelle precedenti gare alla corsa in rosa si è preso anche cinque successi di tappa, arrivando in Italia consapevole del proprio stato psicofisico. E non si dica che abbia avuto fortuna: ha conquistato un successo impensabile di fronte al miglior Thomas di sempre e davanti ad un Almeida in evidente ascesa. Non c'era Evenepoel? Vero, con il belga bruciato dal Covid. Ma Roglic lo aveva già affrontato – e regolato – in Spagna un mese fa. Nulla fa pensare che non sarebbe stato in grado di farlo anche a Roma. Perché il 2023 nelle corse a tappe parla sempre e solo sloveno.

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