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Pogacar manda uno strano messaggio per il 2025: “C’è negatività, non voglio farmi dei nemici” 

Tadej Pogacar ha monopolizzato la scena del ciclismo mondiale, vincendo l’impossibile in un 2024 epico. Il successo e la gloria hanno portato però anche invide e dissapori. Così il fenomeno sloveno è pronto a fare un passo indietro nel 2025: “Non voglio esagerare e creare problemi a connazionali e compagni di squadra…”
A cura di Alessio Pediglieri
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Tadej Pogacar ha vinto tutto ciò che di importante proponeva il calendario internazionale di ciclismo, mettendo mano sui grandi giri, le classiche monumento, i Mondiali. Un dominio assoluto da parte del fuoriclasse sloveno che ha riscritto la storia dello sport a pedali con imprese oramai già entrate nella leggenda e che ha scalato in pochissimo tempo le gerarchie, imponendosi tra i più forti di sempre. Ma ora che è arrivata la pausa ha detto basta, conscio che se vincere aiuta a vincere, ciò comporta anche un'altra conseguenza, impossibile da gestire: farsi dei nemici in squadra e nel gruppo. "Non sono un avido e poi chi porta negatività tende spesso ad essere molto più visibile di altri".

Pogacar cannibale nel 2024, ha vinto tutto ciò che voleva

Al momento è ancora benvoluto da tutti: compagni di squadra, connazionali, avversari. Anche se nel 2024 Pogacar è stato un vero e proprio cannibale e lui sa perfettamente il fastidio che ha creato a chi voleva conquistare una fetta di notorietà negli appuntamenti più importanti. Tutti finiti sotto il suo dominio: "Quest'anno avevo un obiettivo fisso: volevo la maglia iridata. Alla fine, indossi la gialla del Tour e la rosa del Giro per massimo tre settimane, l'iridata invece la indossi tutta la stagione… ora tutti pensano alla Vuelta. Fare i tre Giri e vincerli in una sola stagione è possibile, ma non voglio fare l'avido, non voglio crearmi dei nemici"

Perché Pogacar non punterà a vincere alla Tripla Corona

Pogacar ha analizzato la stagione appena conclusa ma soprattutto sta valutando come gestire la prossima, dove sarà ancora più atteso, seguito. E odiato, se continuerà a dominare ovunque. "Un paio d'anni fa avevo la sensazione che molti miei connazionali non mi vedessero come uno di loro. Poi ho iniziato a vincere e qualcosa è cambiato. Ora è tornata quella sensazione. Non voglio esagerare, non voglio creare dissapori laddove mi sento a casa, non solo con la Nazionale ma anche nella squadra in cui corro". Il riferimento è ovviamente alla UAE Emirates, team vincente che però si associa quasi esclusivamente al suo nome. "So perfettamente che nella mia squadra si può vincere anche quando non ci sono, accadrà questo. Non sono avido e non voglio farmi nemici" ha ripetuto al podcast a "Delo". "Vincere Tour, Giro e Vuelta? Sì, ma non adesso, magari quando sarò un po' più grande, ora penso a rispettare i miei compagni di squadra". 

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