Pogacar ha già vinto il Giro d’Italia? La sua risposta è più che chiara: “Str…te giornalistiche”
Giro d'Italia 2024 oramai al via: si scatta sui pedali in Piemonte sabato 4 maggio da Venaria Reale per arrivare a Torino. Un'edizione che sulla carta appare già segnata e scritta con un epilogo più che scontato: Tadej Pogacar il prossimo 26 maggio in rosa a Roma. Tutti d'accordo, tranne il diretto interessato che risponde a chi gli chiede di una vittoria annunciata senza giri di parole: "Totale mancanza di rispetto per tutti gli altri, è la solita m..rda da giornalisti, solamente str…te".
Nessuna polemica, non ce n'è bisogno, ma idee chiare e risposte dirette. Così si è presentato alla viglia del Giro d'Italia Tadej Pogacar, capitano della UAE Emirates e favorito incontrastato dell'edizione 107 della corsa in rosa. Ancor prima che tutto inizi, tutti sono unanimi del cercare semplicemente di indovinare il podio alle spalle del fenomeno sloveno, alla caccia di un "double" (Tour e Giro nello stesso anno) che manca da oramai 29 anni, dai tempi del Pirata Marco Pantani, nell'anno di grazia 1998.
Tutti concordi tranne il diretto interessato: "Tutto questo? è… m…da, e non è carino perché non è rispettoso verso gli altri ciclisti. Non si tratta solo di me o del mio Team: non c’è molta differenza tra noi e gli altri sulle grandi salite. Tutti sono ben preparati per questo e ogni squadra vorrà vincere. Per i media è già tutto scritto? Male, nei media, come spesso accade, si scrivono e dicono solo stronzate giornalistiche".
Dunque, anche Pogacar si mette in discussione e lo fa nel modo più intelligente possibile, uscendo allo scoperto in modo chiaro ma senza alcun spirito polemico: "Forse è colpa mia. Quest'anno ho selezionato alcune gare per le quali mi ero preparato molto bene e le ho vinte tutte. Ma non ho gestito la mia stagione come la maggior parte degli altri, io al momento corro un po' meno, loro hanno corso più gare in preparazione, per migliorare pian piano la propria forma: bisogna guardare al quadro generale".
Un quadro generale che dice però che Pogacar dovrà solamente decidere quando e come rompere gli indugi e prendersi la maglia rosa, decidendo se prima dare un po' di visibilità ad altri o monopolizzare la scena sin da subito, visto che già domenica, alla 2a tappa, c'è la prima occasione con l'arrivo ad Oropa: "Non è un obiettivo specifico, perché lo scopo è che è a Roma che devo avere la maglia, non necessariamente dopo le prime tappe. Vediamo giorno per giorno, se c'è una possibilità di vincere e ottenere la maglia rosa, ovviamente la coglieremo".
La forza di Pogacar si chiama anche UAE Team, una squadra costruita attorno a lui, per farlo trionfare: "Se saremo intelligenti avremo un team forte per tutto il Giro. Certo, in salita spesso mi troverò isolato ma conto moltissimo su Rafal Majka e Felix Großschartner . Anche Domen Novak e Mikkel Bjerg possono fare un buon lavoro in montagna. Abbiamo poi un forte Vegard Stake Laengen , che è un vero e proprio treno espresso in pianura".
Detto dei propri compagni, Pogacar stila anche l'elenco dei suoi principali antagonisti: "Ci sono molti giovani forti in crescita, ma al di là dei giovani Bardet ha mostrato di essere in ottima forma e penso che Geraint (Thomas, ndr) sarà forte come sempre. Ha fatto una bella preparazione e sarà pronto, sarà presente in salita e a cronometro. Penso comunque che al secondo giorno capiremo meglio tutto". Al secondo giorno, data dunque già da segnare in rosso: si arriva ad Oropa.