Pogacar frana ancora sul pavé la caduta in cui ha perso la Parigi-Roubaix: potenza senza controllo

Tadej Pogacar e il pavé hanno un conto in sospeso che al momento è vinto dall'acciottolato sul campione sloveno. Che anche alla Parigi-Roubaix ha pagato col prezzo più caro la sua poca duttilità sui tratti in sterrato, dove ha perso la gara e il confronto con Mathieu van der Poel, confermando la sua poca affidabilità laddove manca l'asfalto. Un problema che aveva già evidenziato alla Strade Bianche dove poi aveva rimontato e vinto. Ma la Parigi-Roubaix è altra cosa: un Inferno che non lascia mai spazio alla più minima leggerezza.
Colpa di una curva, presa troppo velocemente e con una voglia di strafare che è costata carissima: a circa 37 chilometri dall'arrivo di Roubaix, Pogacar ha provato il colpo grosso, spingendo sui pedali e progredendo sui tratti in pavé per scrollarsi di dosso l'ombra di un van der Poel mastodontico che non ha lasciato mai spazi per l'eventuale gloria in solitaria dello sloveno. Che ha dovuto osare, fallendo. Troppa potenza, senza il giusto equilibrio e controllo ha portato Pogacar a sbandare, finire vicinissimo alle transenne, inchiodandosi nell'erba. Catena giù, ruota anteriore incastrata e bici ferma. Il tutto mentre van der Poel se ne andava via, leggero verso la vittoria.
Un errore tecnico e di valutazione da parte del campione sloveno che si è fatto prendere dalla foga del momento, lasciando spazio ad una leggerezza che la Parigi-Roubaix non perdona, mai. Confermando la sensazione che i problemi sul pavé Pogacar li abbia eccome e dando peso alle considerazioni del suo team la UAE che aveva chiesto al proprio fenomeno di evitare una corsa che non avrebbe fatto per lui. Anche a seguito di quanto visto alla Strade Bianche quando su un'altra curva, su un altro tratto in sterrato, ancor auna volta Pogacar era scivolato a latere, finendo in quel caso in un vicino fosso.

Nulla da togliere sulla maestosa prova dello sloveno che ha animato la gara fino a quando ha potuto, dando battaglia a van der Poel in una gara che si è ridotta ben presto a due. Ma alla fine, la Parigi-Roubaix ha dato il proprio verdetto, non sbagliando mai su chi sia il più forte: l'olandese volante, che ha messo il suo terzo sigillo consecutivo dimostrandosi ancora una volta più forte dell'Inferno.