Pogacar aveva il guanto sporco di sangue alla Parigi-Roubaix: ferito con un orologio che vale una fortuna

Il guanto sporco di sangue all'altezza del polso della mano sinistra è uno dei dettagli che entrano nel corredo accessorio della Parigi–Roubaix di Tadej Pogacar. Lo sloveno era al debutto nell'Inferno del Nord e durante la corsa non ha rinunciato ad avere con sé un orologio del valore di oltre 300 mila euro e del peso di una trentina di grammi circa.
L'accessorio extralusso al polso per gusto e per sponsor
È un Richard Mille, un accessorio di alta gamma con il quale s'è leggermente ferito all'arto sinistro per l'attrito tra alcune parti della cassa e la pelle. Quell'immagine entra nel caleidoscopio delle storie di un appuntamento agonistico al passo coi tempi, dove anche l'epica delle due ruote può coniugarsi con il brand: sangue, sudore e fango si mescolano con esigenze di sponsor, gusti personali e il fatto stesso che la figura del ciclista/sportivo è cambiata in questi anni, fino a diventare un personaggio simbolo.

Quell'accessorio così costoso – e non è certo la prima volta che lo indossa – non gli ha certo impedito di effettuare tutte le manovre sui pedali, stringendo forte il manubrio lungo le strade rese impervie e infide per il caratteristico tratto in pavé. Basta un attimo, un battito di ciglia per ritrovarsi in fondo a un canalone a bordo carreggiata: è successo proprio a Pogacar, lo sloveno che durante il Giro delle Fiandre aveva impressionato tutti per la pedalata poderosa e per i distacchi inferti allo stesso Van der Poel. Ed è stato il momento in cui la sua gara è cambiata, con l'olandese che scappava via, solo al comando, verso la vittoria nonostante la vile aggressione subita da uno spettatore (reo confesso) che gli ha tirato una bottigliata in faccia.
Il Richard Mille da 300 mila euro sul polso sporco di sangue dello sloveno
Il Richard Mille spiccava al polso del ciclista dell'UAE Team Emirates: con ogni probabilità la prominenza della corona e il movimento brusco della mano devono avergli procurato qualche lesione superficiale prima ancora che finisse in un fosso per aver calcolato male la traiettoria e la frenata in una curva. Anche l'olandese trionfatore al velodromo aveva un orologio di quel tipo sul braccio (nella foto sopra), lui (e non è certo una novità) come altre personalità del calibro di Rafael Nadal e Charles Leclerc.
La domanda sorge spontanea: cosa rende improvvisamente i ciclisti un simbolo così popolare di un prodotto di lusso? "Il ciclismo è il nuovo golf – è la definizione data dall'agente bresciano di Pogacar, Alex Carera -. Era uno sport popolare, ma ora è diventato anche di moda. Questo attrae automaticamente i ricchi. I top manager amano andare in bicicletta e spendono molti soldi in attrezzature. Ecco perché i marchi di orologi si affidano sempre più ai ciclisti come ambasciatori".