Peter Sagan ubriaco in scooter, patente ritirata e pena di 3 mesi sospesa: potrà esserci al Tour
Un fuoriclasse del ciclismo, un'icona del pedale professionistico, Peter Sagan con le sue tre vittorie ai Mondiali oltre ad aver divorato diverse classiche del nord e essersi preso quasi 20 tappe tra Tour, Giro e Vuelta, un Europeo e aver vinto l'UCI World Tour del 2016. A tutto ciò, nella bacheca del campione slovacco, giunto al suo ultimo anno tra i professionisti su strada, bisognerà aggiungere anche due condanne per guida in stato di ubriachezza. Non certo un merito per un mito del ciclismo e dello sport che ha rimediato l'ultima, pessima, figura qualche giorno fa rischiando di non poter partecipare al prossimo Tour de France in partenza dal 1° luglio.
Il ‘fattaccio' è accaduto lo scorso 12 maggio ma alle cronache è arrivato in queste ore, proprio a ridosso della Grande Boucle 2023 che sarà al via nel prossimo weekend e in cui Peter Sagan non è voluto mancare, chiamato alla sua ultima presenza. Il 33enne slovacco, pochi giorni prima della ripresa all'attività avvenuta solo del 16 maggio, a poco più di un mese dopo essersi infortunato durante la Parigi-Roubaix, è stato fermato dalle autorità tedesche mentre guidava uno scooter in stato di ebbrezza: Sagan è stato costretto all'alcool test che non gli ha lasciato scampo alcuno. Il tasso alcolemico del ciclista era di 1,46mg/l ben tre volte superiore al limite consentito di 0,50. E così è scattato il provvedimento con l'immediato ritiro della patente e il processo per direttissima che ha visto condannare lo slovacco a tre mesi di reclusione. Con pena però sospesa.
Il giudice nei confronti di Sagan ha utilizzato tolleranza zero anche perché è recidivo ed era già incappato nello stesso reato, sempre sulle strade del Principato, qualche anno fa. Era il 2021 e venne anche in quel caso pizzicato alla guida di un auto dopo aver bevuto. Così, questa volta la sentenza è stata ancora più severa: "Si è mostrato in uno stato pericoloso per sé e per gli altri". Dunque, ritiro della patente per i prossimi tre mesi e detenzione di altrettanti giorni, però poi sospesa. Sagan non era presente al processo ma è stato rappresentato dal proprio legale, spiegando che il suo assistito non ha potuto parteciparvi per motivi contingenti dopo il rientro dagli Stati Uniti: "Presenta uno stato di affaticamento legato principalmente al jet lag e sei ore di sonno, non pensava di dover supportare ritmi del genere".
Peter Sagan ha anche ammesso che al momento del fermo era effettivamente reduce da una nottata brava: il sette volte vincitore della maglia verde al Tour de France ha confermato di aver frequentato locali notturni, andando a letto solo alle 3 del mattino ed essersi poi alzato e messosi alla guida dello scooter con un tasso di alcool in corpo ancora effettivamente troppo elevato. Un'ammissione che ha permesso la sospensione della pena detentiva che non pregiudicherà la sua presenza al prossimo Tour. Già tra i più pagati ciclisti professionisti di sempre, era stato selezionato dal suo team TotalEnergies per il Tour de France, che inizierà sabato a Bilbao, Peter Sagan a inizio di questa stagione aveva annunciato che sarebbe stato l'ultimo anno tra i professionisti. Nelle sue intenzioni, lo slovacco non gareggerà più in eventi del World Tour nel 2024, tra cui c'è anche il Tour de France, per dedicarsi alla preparazione dell'evento di mountain bike alle Olimpiadi di Parigi, il punto finale della sua vita da atleta professionista.
Davanti a quanto accaduto e successivamente al clamore suscitato dalla vicenda, lo stesso Peter Sagan ha poi deciso di parlare pubblicamente, attraverso i propri profili social per chiedere scusa del proprio comportamento a tutti i tifosi, amici, squadra e sponsor. Con la promessa che non accadrà mai più: "Sono profondamente dispiaciuto di aver sbagliato in un momento di debolezza – ha spiegato via Instagram – Voglio scusarmi con la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra e tutti gli sponsor. Imparerò da questo errore per diventare una persona migliore in futuro"