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Paura di incidenti al Tour de France dopo la morte di Nahel: “Costante monitoraggio, pronti a tutto”

In tutta la Francia continuano disordini e violenze e anche il Tour potrebbe essere coinvolto, con l’organizzazione che ha adottato misure eccezionali lungo il percorso. “Ma siamo pronti a tutto e ci adatteremo a qualsiasi decisione, se necessario” ha ammesso il direttore Purdhomme. Non escludendo anche lo stop della gara.
A cura di Alessio Pediglieri
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Al Tour de France sale la preoccupazione di dover affrontare giornate difficili a causa della situazione che si è venuta a creare in diverse parti del Paese con disordini e incidenti a seguito della morte del giovane Nahel. Così l'organizzazione della Grande Boucle ha espresso enorme fiducia nel Governo perché riesca a sedare i problemi che potrebbero anche coinvolgere da vicino la corsa che da lunedì prossimo entrerà in territorio francese. Ma non ha escluso anche l'eventualità di una sospensione.

In Francia la situazione è fuori controllo in diverse zone e si sta vivendo un clima di stato d'allarme generale ai massimi livelli visto che davanti agli scenari di costante devastazione, le autorità hanno deciso di "annullare gli eventi di grande portata". Tra questi rientra di diritto la Grande Boucle che da lunedì 3 luglio entrerà in territorio francese dopo le prime due tappe corse in Spagna. I disordini sono scoppiati dopo che un ragazzo di 17 anni, Nahel, è stato ucciso dalla polizia con un colpo di pistola a bruciapelo per aver forzato un posto di blocco.

Così, la preoccupazione da parte dell'organizzazione è sempre più alta e anche la certezza di capire cosa accadrà e come poter gestirlo sta diventando ogni giorno più difficile: "Siamo in costante contatto con i servizi governativi, come sempre abbiamo fatto. Ma in questo momento ancor più perché stiamo monitorando la situazione molto da vicino, di giorno in giorno" ha dichiarato il direttore della Grande Boucle, Christian Prudhomme che attende con ansia la tappa di lunedì, quando si correrà in Francia. Per garantire la sicurezza del Tour si sono mobilitati numeri mai visti prima per una corsa ciclistica, con oltre 28.000 tra gendarmi, agenti di polizia e vigili del fuoco che stanno monitorando le strade, verificando costantemente le condizioni di sicurezza, notte e giorno.

Eppure il pericolo che la violenza possa diffondersi in altre aree della Francia, come nel caso del 2005, quando i disordini sono continuati per tre settimane e si sono verificati in tutto il Paese, è più che reale. "Stiamo tenendo d'occhio tutti gli sviluppi ma non possiamo prevenire nulla. La situazione di oggi non è la stessa di ieri e non sarà necessariamente la stessa di domani" ha ammesso amaramente ancora Prudhomme. Venerdì, i funzionari francesi hanno messo in atto restrizioni ben precise a tutela dei cittadini e dell'ordine pubblico, ordinando la chiusura di tutti i servizi di autobus e tram a livello nazionale entro le 21:00, concerti ed eventi pubblici sono stati cancellati e tutte le manifestazioni pubbliche sono state vietate in diverse grandi città. Ma al momento nessuna restrizione è stata rivolta al Tour.

Tuttavia potrebbe accadere di tutto se la situazione resterà di tale livello d'allerta o, addirittura, peggiorare: "A seconda di ciò che accadrà, ci adatteremo se necessario. Siamo in costante collegamento con i servizi statali e seguiamo la situazione e come si è evoluta" ha sottolineato Purdhomme non eliminando del tutto anche l'eventualità di fermare la gara anche se sono state prese ulteriori misure di sicurezza rispetto agli ultimi anni. Sui tracciati delineati per le tappe infatti, sin dalle prime ore del mattino nessuno potrà più entrare o uscire dai cordoni di sicurezza posti lungo il percorso, senza eccezioni. In più, molto prima dell'arrivo dei primi ciclisti, lungo il tratto della tappa due motociclette della brigata di intervento speciale della gendarmeria francese perlustreranno le strade, pronte ad intervenire se vi fosse necessità senza dover interrompere la corsa.

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