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Pantani avrebbe staccato Pogacar di 27 secondi: a 25 anni dall’impresa di Oropa il Pirata resta unico

Al Giro d’Italia 2024, la 2ª tappa con arrivo al Santuario di Oropa, Tadej Pogacar si è preso vittoria e maglia rosa, dominando la medesima salita in cui, nel 1999, Marco Pantani compiva una delle più straordinarie imprese di ogni tempo. Il Pirata 25 anni fa scalò in 17 minuti e 4 secondi, ben 27 in meno dello sloveno: irraggiungibile.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Giro d'Italia per l'arrivo della seconda tappa dell'edizione 2024 ha scelto la scalata al Santuario d'Oropa e, ovviamente, tutti i ricordi sono andati a Marco Pantani e a quel suo straordinario e irripetibile trionfo targato oramai 25 anni, nel 1999. Domenica 5 maggio, a rinverdire le pagine di storia su una delle più iconiche scalate del Giro, ci ha pensato Tadej Pogacar che si è preso vittoria e maglia rosa. In una impresa a suo modo simile a quanto compì il Pirata che, però, è rimasto irraggiungibile anche per il fenomeno sloveno dei tempi nostri.

Tadej Pogacar è riuscito a conquistare ciò che gli era sfuggito a Torino, in occasione della 1a tappa in cui era arrivato terzo in volata: prendersi la vittoria di giornata e, soprattutto, conquistare la maglia rosa. Lo sloveno nel tratto decisivo della seconda frazione è stato imprendibile per tutti: sulla salita verso Oropa ha fatto la differenza, staccando gli avversari e chiudendo in solitaria. Con un tempo complessivo di scalata, circa 11 km appena lasciata la Provinciale 144 verso Favaro, di 17 minuti e 31 secondi. Un Pogacar che ha confermato la propria leadership e le attese di vigilia, più forte anche della sfortuna visto che ha dovuto fare i conti anche con una caduta e la fatica di rientrare in gruppo.

Dopo il successo e con la sua prima maglia rosa stagionale addosso, Pogacar ha festeggiato nel migliore dei modi ricordando la propria grandezza: "Da oggi posso dire anch'io di avere vinto almeno una tappa in tutti e tre i Grandi Giri (Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta de Espana, ndr)". Ma non ha voluto di certo dimenticare lui per primo, Marco Pantani, nel cui segno e ricordo si è svolta la tappa e – in particolar modo – l'arrivo: "Indossare la maglia rosa era uno dei miei sogni e sono felice di esserci riuscito proprio sulla salita di Pantani: per me tutto ciò è molto emozionante, così come lo era stato onorarlo già quando mi era capitato alla Tirreno-Adriatico. Oggi è di nuovo un onore essere accostato a lui".

Un'impresa a suo modo importantissima quella di Pogacar: a -11 km dal traguardo, il classico colpo di scena con foratura per lo sloveno che non riesce a controllare la propria bicicletta e finisce a terra. Nessuna grave conseguenza, due compagni della UAE che lo attendono e poi l'imperioso ritorno in gruppo per lo stacco finale. Poi a 4,5 chilometri dal traguardo l'attacco che in 500 metri diventa un assolo con tutti gli altri staccati, per una vittoria che darà al secondo classificato 27 secondi di ritardo. Pogačar ha scalato gli ultimi 6,74 km a 22,9 km/h, con una VAM di 1.850 m/h ed una potenza stimata di circa 6,7 watt/kg.

L'impresa di Pantani nel '99 ad Oropa: imbattibile anche per Pogacar

Questi i dati di Pogacar nella tappa di Oropa 2024, ma ben 25 anni prima, nel 1999, Marco Pantani riuscì a fare ancora meglio. In un ciclismo completamente differente, dove i materiali non erano così performanti, vi erano precise restrizioni su ematocrito e controlli ematici e, soprattutto, si scalava verso il Santuario non nella seconda giornata del Giro (dove si è relativamente freschi), bensì durante la terza ed ultima settimana con migliaia di chilometri – e salite – nelle gambe. Eppure, quella straordinaria impresa del Pirata è resistita anche alla voglia di Pogacar di vincere: Marco Pantani scalò lo stesso tratto più ripido che lo sloveno ha percorso in 17 minuti e 31 secondi in 17 minuti e 4 secondi, precedendo di 20″ Jalabert e di ben 27 secondi più veloce del Pogacar di oggi (mantenendo ancora il record di scalata per Oropa, primato che detiene insieme al Tour sull'Alpe d'Huez).

Una pagina epica di storia del ciclismo quella del '99 che per alcuni versi è stata richiamata da vicino da Pogacar anche per la sfortuna che ha accomunato i due fenomeni a distanza di 25 anni: domenica 5 maggio 2024 Pogacar a ridosso della salita ha forato, cadendo anche a terra, domenica 30 maggio 1999 Pantani ebbe un salto di catena che lo costrinse a scendere di sella. In entrambi i casi, però i due fuoriclasse sono riusciti a superarsi e a superare tutti, in una fantastica scalata solitaria. Che il Pirata chiuse meglio di Pogacar con una VAM finale di 1.890 m/h.

Che cos'è la VAM e perché è importante calcolarla

"VAM" è acronimo di "velocità ascensionale media", ovvero il dislivello che un ciclista è potenzialmente in grado di coprire in un’ora di pedalata, per cui più uno va più forte in salita, maggiore sarà la sua VAM finale. Non è un dato oggettivo come il calcolo dei Watt ma è pur sempre un indice importantissimo per fare confronti, anche a distanza di anni, come in questo caso tra Marco Pantani e Tadej Pogacar. Fondamentale resta prendere i confronti possibilmente sugli stessi tratti in pendenza o – meglio ancora – sulle medesime salite: la VAM è influenzata dalla lunghezza e dalla pendenza dell'ascesa e, dunque, sarebbe più facile ottenere VAM elevate su salite brevi ma con pendenze importanti.

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