Oro alle Paralimpiadi e campione d’umiltà: “Non voglio feste in Italia, non fanno per me”
C'è anche la sua firma sulla strepitosa spedizione azzurra alle Paralimpiadi. Diego Colombari ha conquistato insieme a Luca Mazzone e Paolo Cecchetto, una delle 14 medaglie d'oro dell'Italia a Tokyo, grazie al trionfo nella prova in linea H1-5 mista di handbike. Campione in pista, e campione anche fuori l'atleta classe 1982 torinese doc, che ha dato prova di grande umiltà al ritorno in patria.
Diego Colombari è stato uno dei protagonisti dell'exploit dell'Italia ai Giochi paralimpici appena conclusi. Fondamentale il suo contributo nella prova che ha permesso al trio azzurro composto da lui, da Luca Mazzone e da Paolo Cecchetto, di portare a casa l'oro sotto una pioggia battente. Un successo nel segno del "maestro" ed esempio Alex Zanardi, in quella che è stata per Colombari la prima Paralimpiade della carriera. A 26 anni, l'atleta piemontese perse l'arto inferiore sinistro amputato per le conseguenze di un grave incidente motociclistico. Lì iniziò la sua seconda vita da sportivo grazie all'handbike, con la prima gara agonistica nel 2010, e i recenti successi prima nel mondiale di Cascais e poi a Tokyo sempre nel team Relay.
Al ritorno in Italia, Colombari ha voluto dedicare l'oro al personale dell’ospedale Santa Croce Carle di Cuneo, e si è dimostrato un campione anche d'umiltà. Niente festeggiamenti, niente celebrazioni per l'atleta: "Ma non desidero feste, non fanno per me – riporta La Stampa – Sono felicissimo per l’oro, penso già a Parigi 2024″. Un trionfo dunque da godersi in famiglia, con gli amici e con chi ha sempre creduto in lui, come la Polisportiva Passo di Cuneo. Il presidente della stessa Remo Merlo, che lo conosce bene ha infatti spiegato: "Sì, comprendo benissimo, perché Diego è così. Lui dà tutto in gara, è fortissimo, determinato. Ma poi non chiedetegli celebrazioni o altro. Non le vuole. È umile, riservato. E noi gli vogliamo bene anche per questo. La sua Paralimpiade è stata grandiosa