Una Milano-Sanremo 2023 livello Mondiale: tutti guardano a Pogacar, ma sarà un enigma
Ci siamo, anche quest’anno il gruppo partirà con l’inverno che solletica la pelle e andrà incontro alla primavera, quella del sole e dei profumi della Milano-Sanremo 2023. Se di regola è la corsa che tutti vogliono vincere per iniziare col botto la stagione, quest’anno è più di un Mondiale di primavera, è una vera sfida tra giganti con una sola vera assenza di peso, quella di Primož Roglič (e purtroppo di Pidcock che ha provato ad esserci fino alla fine). In una corsa con tanti campioni non ci può essere un favorito unico, Tadej Pogačar.
Basta solo nome e cognome soprattutto in questo inizio di 2023, perché lo sloveno sembra davvero devastante. Ha corso 13 giorni e ha vinto 9 volte, un mostro-bambino. Ha portato a casa la Vuelta a Andalucía e la Parigi-Nizza e le ha vinte con una serenità nel capire quando e come staccare tutti davvero impressionante. Pogačar sembra così forte che nei favoriti d’obbligo mette dietro altri due “mostriciattoli”, definiti così solo perché l’altro è veramente un maestro. I due sono Wout Van Aert e Mathieu van der Poel, il meglio del meglio del ciclismo mondiale praticamente in qualsiasi specialità si usino le due ruote (forse la pista si salva).
L’olandese quest’anno si è focalizzato sul ciclocross, vincendo tanto e diventando di nuovo campione del mondo. In strada ancora nulla, ma ha tirato una voltata maestosa a Jasper Philipsen nella tappa di Foligno della Tirreno-Adriatico. Quella azione ha due significati in vista della Sanremo. Mathieu stava provando la gamba per la corsa e in secondo luogo, se a fine corsa le cose non sono chiuse e Philipsen riesce a stare in gruppo dopo il Poggio, ci si potrebbe trovare nella stessa situazione con VDP a fare lo stesso lavoro magistrale per il compagno.
Wout Van Aert invece le ha un po’ prese e un po’ date a VDP nel ciclocross, non è stato brillante su strada fino a oggi, ma ha costruito tutto un percorso di avvicinamento a questa gara. Doveva esserci anche Tom Pidcock, che è sempre stato il terzo uomo nel ciclocross quest’anno, ma ha vinto le Strade Bianche. Purtroppo una caduta nella Tirreno-Adriatico ci ha privato della sua presenza.
Sono così forti i tre citati che in seconda linea bisogna schierare un due volte campione del mondo come Julian Alaphilippe. Non è quel campione imprendibile ma contro Roglic alla Tirreno ha mostrato, soprattutto nella tappa di Tortoreto, di essere cresciuto rispetto alla pessima stagione 2022. Anche lui arriva a Milano con un’ottima forma e sarà di sicuro della partita.
Dopo i Fantastici quattro un altro gruppone di grandi nomi che possono far saltare il banco in ogni momento dai 40 km dal traguardo in avanti. La Bahrain-Victorius ha Matej Mohoric, il campione in carica da tenere sempre d’occhio, la Groupama ha Demare, anche lui vittorioso nel 2016, fantastico lo scorso anno sulle strade del Giro, l’Ineos senza Pidcock può contare su Michal Kwiatkowski, capitano e per questo motivo anche libero di inventarsi qualcosa, l’Intermarché ha Girmay, che sta cercando la gamba primaverile dello scorso anno che lo portò a vincere la Gand-Wevelgem, la Trek ha due uomini che possono tutto in una gara come la Sanremo, Mads Pedersen e Jasper Stuyven (vincitore 2021) e tanti altri poi dovremmo ancora citare (ad esempio Gaviria).
E gli italiani? Se la Milano-Sanremo di quest’anno presenta il grande ciclismo al mondo, noi occupiamo il posto che ci spetta. Pochissime speranze riposte in un attacco da lontano di Bettiol o in una sparata dopo aver retto il Poggio a mille all’ora di Pogačar (impresa difficile) di Ganna. Questo siamo e in questo speriamo, se non in qualche colpo gobbo di un corridore più giovane che possa aprire squarci di primavera anche nel nostro ciclismo.