Notte in cella per lo spettatore che ha lanciato patatine a Pogacar e Vingegaard: “Era ubriaco”
L'uomo che ha lanciato patatine in faccia a Tadej Pogacar e a Jonas Vingegaard al Tour de France è stato arrestato per violenza aggravata e ha trascorso la notte in prigione. La Gendameria ci ha messo poco a identificare quella persona che, a petto in fuori, scalza e con addosso solo un costume ha fatto qualcosa di molto stupido, rischioso e irrispettoso al tempo stesso. E lo ha fatto per due volte, l'una di seguito all'altra, al passaggio dei due corridori. Al primo ha sventolato sotto il naso l'intero pacchetto, al secondo ha lanciato briciole di snack che aveva in mano.
Chi era lì nei pressi ha raccontato cosa è successo e l'azione rapida delle forze dell'ordine: una volta individuatolo a bordo strada, si sono letteralmente avventati su di lui. Nel racconto di un testimone è possibile ripercorrere cosa è avvenuto in quei momenti. Un agente che si trovava lungo la carreggiata, non tanto distante, ha ricevuto la segnalazione ed è intervenuto.
Alexis, 30enne bretone, è il testimone che si trovava molto vicino al luogo del misfatto e ha spiegato tutto. "È stato ha spinto bruscamente fuori strada – le parole della persona che, involontariamente, aveva ripreso tutto con il suo cellulare -. Poco dopo è arrivata un'auto della gendarmeria… cinque minuti e non era più lì".
Cosa può aver portato quello spettatore a ‘distinguersi' per un atto di quel tipo? Eppure non gli aveva dato l'idea che fosse un soggetto capace di quelle azioni. Ci aveva anche parlato ma nulla lasciava presagire quel gesto.
"Doveva essere ubriaco, almeno questa è l'impressione avuta perché non mi è sembrato agire in maniera premeditata – le dichiarazioni raccolte dai media francesi -. Nessuno se lo aspettava, nemmeno quelli che erano con lui. E lui stesso non era certo la prima volta che assisteva a una tappa del Tour de France".
L'episodio molto grave ha puntato il dito su un nervo scoperto: ovvero, la sicurezza dei corridori che sono costretti a districarsi tra ali di folle pressante e invadente, pedalando gomito a gomito, con il timore che una sciocchezza commessa da incauti non è solo un pericolo sportivo ma questione di incolumità personale.
A conferma l'arresto del tifoso è stato Adam Hansen, presidente dell'Associazione dei ciclisti professionisti (CPA). Oltre a fornire ragguagli sul fermo, ha rivolto l'ennesimo appello alla responsabilità affinché certi esempi negativi non cadano nel vuoto.
"La Gendarmeria ha già trovato e arrestato l'uomo che ha commesso questo atto e ha trascorso l'ultima notte in prigione – è il messaggio condiviso sui social -. Ringraziamo la Gendarmeria per il loro ottimo lavoro veloce, e questo è un segno che non possono fare questo al ciclista. Per favore sii responsabile e rispettate i corridori".
Tutto quello che è successo è stato ripreso dalle telecamere che seguono i due ciclisti che aspirano a vincere il Tour de France. C'è abbastanza materiale per sporgere enuncia contro l'autore di quel gesto.