Nibali parla delle conseguenze del Covid: “Mi sono sentito uno straccio, ho delirato”
Vincenzo Nibali è tornato, ed è pronto a ripartire dalla sua Sicilia, dove disputerà quattro tappe prima di due classiche del Nord. Lo ‘Squalo' è in sella, ma è in ritardo rispetto alla sua tabella di marcia, ma non pensa al passato e guarda solo al futuro, ai prossimi impegni prima dell'inizio del Giro d'Italia, ma non dimentica tutto quello che ha passato, a causa del Covid.
Ha rilasciato una lunga intervista al ‘Corriere della Sera' il ciclista italiano, che ha raccolto tanti trionfi in questi ultimi anni. Nibali ha parlato anche del periodo successivo alla positività al Covid, problemi seri che ha superato, ma che gli hanno impedito di rimettersi subito in sella: "Ho disputato soltanto 12 giorni di gara, metà del solito. A febbraio ho contratto il Covid, curato a casa senza problemi apparenti. A contagio concluso, dopo essere risalito in bici, il tracollo: una notte sono stato così male che ho detto a mia moglie di chiamare l’ambulanza. Deliravo. I problemi alle vie respiratorie sono durati giorni e giorni. Mi sentivo uno straccio".
Classe 1984, Nibali ha voglia di correre e vuole tornare al top sia per il Giro d'Italia che per il Tour de France: "Sono in ritardo rispetto ai programmi. Correrò le quattro tappe siciliane, poi Freccia Vallone e Liegi, e poi volerò a Budapest per la partenza del Giro d’Italia. Negli anni ho imparato a fare buon viso a cattivo gioco: devi cavartela con quello che hai. Dopo il Giro deciderò cosa fare. Dopo l’arrivo a Verona metterò un punto e deciderò il da farsi. Correre Giro e Tour significherebbe di fatto terminare la stagione a Parigi e invece io vorrei concluderla in maniera diversa, magari preparando bene il Lombardia che ho già vinto due volte".