Muore il ciclista spagnolo che è stato in coma 24 anni: Raul Garcia Alvarez precipitò da una curva
Il ciclismo è in lutto, è morto dopo 24 anni di coma lo spagnolo Raul Garcia Alvarez. La vita del corridore di Villacastin era cambiata per sempre il 20 agosto 1998, quando rimase vittima di un incidente all'età di soli 17 anni. A quell'epoca il giovane Raul aveva appena iniziato la sua carriera da professionista, avendo firmato per la sua prima squadra tra i ‘grandi', la Venta Magullo-B Melero.
Quel disgraziato giorno di un quarto di secolo fa, Garcia Alvarez stava gareggiando assieme ai suoi compagni di squadra nella Vuelta Ciclista a la Sierra Norte de Madrid. Si correva la seconda tappa della competizione, quando per quel ragazzo di belle speranze tutto si spense per non riaccendersi mai più. Scendendo dal passo Morcuera, il ciclista segoviano uscì male da una curva e cadde da un terrapieno alto circa cinque metri. Il colpo gli provocò un grave trauma alla testa e al torace, oltre ad un taglio profondo ad una gamba.
Le informazioni dell'epoca indicavano che Garcia Alvarez stesse andando a circa 80 chilometri all'ora e che stesse pedalando senza casco, circostanza quest'ultima negata dalla famiglia che fece pubblicare un'immagine di quel giorno, prima dell'incidente. Soccorso in elicottero non senza difficoltà, lo sfortunato corridore fu trasportato all'Hospital 12 de Octubre a Madrid, dove fu sottoposto ad un intervento chirurgico durato quattro ore e mezza.
La prognosi era grave e irreversibile, dissero alla famiglia. Durante il primo anno post incidente, il ciclista rimase in una clinica di Burgos specializzata in questo tipo di casi. Quando la famiglia capì che non si poteva fare di più, decise di portarlo a casa. Da allora è stato accudito dai suoi genitori con l'aiuto anche dei suoi fratelli. "Siamo stati con lui fino all'ultimo momento, è stata dura, ma ora riposa in pace. Nemmeno i medici pensavano che potesse vivere così tanti anni. Credo che se ha vissuto così a lungo, è stato grazie alle cure di mia madre, che lo ha vegliato 24 ore su 24", ha raccontato il fratello Antonio.