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Marco Pantani, la rivelazione di due agenti: “Altri prima della Scientifica nella camera dove morì”

Nuove ombre sulla morte di Marco Pantani dopo le parole riportate dall’agenzia LaPresse da parte di due agenti della polizia scientifica nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trento: “Ci diedero disposizioni affinché io e il mio collega aspettassimo fuori”.
A cura di Vito Lamorte
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Nuove ombre sulla morte di Marco Pantani dopo le parole di due agenti della polizia scientifica nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Trento per "associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista": "Ci diedero disposizioni affinché io e il collega aspettassimo fuori. Prima entrarono altri nella camera dove morì Marco Pantani. La cosa mi parve strana in quanto sulla scena del fatto su cui si indaga, a mio parere, per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati con calzari, guanti e tute". 

A riportare queste informazioni è l'agenzia LaPresse.

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Non ci sono indagati per le presunte alterazioni dei campioni ematici del Pirata durante i controlli anti-doping la mattina del 5 giugno di 25 anni fa prima della frazione di Madonna di Campiglio: Marco Pantani era al comando della classifica del Giro d'Italia con 6 minuti di vantaggio ma da quel giorno cambiò tutto e sotto la lente della procura di Trento c'è il sospetto della "manipolazione" sulle provette con il sangue di Pantani ad opera di organizzazioni criminali di connotazione mafiosa.

Caso Pantani, la Procura di Trento riapre le indagini dopo 25 anni

Proseguono le indagini della Procura di Trento sul caso Marco Pantani. Dopo la riapertura delle indagini avvenuta qualche mese fa, il team investigativo guidato dal PM della Direzione Distrettuale Antimafia Patrizia Foiera sta portando avanti il suo lavoro e ha ascoltato nuove persone informate sui fatti relativi al cosiddetto ‘Caso Pantani'.

Sono dieci fino ad ora le persone informate sui fatti ascoltate in procura per ricostruire le modalità del prelievo e capire perché alla provetta di Pantani non fu assegnato un numero progressivo e anonimo ma il 11440, apposto alla presenza di più persone. Ci sono i “buchi investigativi” evidenziati dalla Commissione parlamentare antimafia come si legge nelle “risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999”.

La Commissione antimafia ha dichiarato: “Appare non condivisibile la scelta, conseguente alla frettolosa conclusione delle indagini, di non rilevare le impronte digitali nel luogo del rinvenimento del cadavere, del tutto inspiegabile in considerazione della copiosa presenza di sangue, visibile dalle numerose fotografie della polizia scientifica, di cui si sarebbe dovuta verificare l’appartenenza”.

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Il ruolo della criminalità organizzata nelle scommesse sul Giro d'Italia 1999

Il riferimento va al controllo anti-doping svolto la mattina del 5 giugno del 1999, quando il Pirata risultò avere un valore di ematocrito nel sangue superiore dell’1,9% rispetto al massimo consentito, e venne conseguentemente squalificato dal Giro d’Italia a due frazioni dalla conclusione quando si trovava in vantaggio in classifica di oltre 6 minuti.

L’ipotesi di reato su cui si concentrano le indagini è quella di "Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegate al decesso del ciclista". La riapertura del fascicolo era nata dalle dichiarazioni rilasciate dal pentito Renato Vallanzasca, che aveva raccontato di come in carcere un detenuto gli avesse consigliato di scommettere 5 milioni di lire sull’esclusione di Pantani dal Giro.

Secondo Vallanzasca “se Pantani vinceva il giro il banco saltava. E la camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta”. Il lavoro degli inquirenti prosegue e potrebbero esserci presto delle novità.

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