L’UCI sospende Gert Vervoort, inchiodato dalle cicliste della sua squadra: “Comportamenti inappropriati”
Il mondo del ciclismo professionistico è stato scosso dall'improvviso e perentorio provvedimento da parte dell'UCI, l'Unione Ciclistica Internazionale che ha emesso un comunicato con cui ha deciso di sospendere Gert Vervoort, il direttore sportivo della squadra ciclista femminile belga. Vervoort è infatti sotto indagine, a seguito di alcune testimonianze direttamente arrivate dalle sue cicliste, per "comportamenti inappropriati di natura psicologica e sessuale".
Al momento, l'UCI non ha voluto comunicare altro se non la scelta di sospensione che è iniziata ora e durerà per i prossimi tre mesi. Il tempo ritenuto utile per verificare, analizzare e sondare il terreno minato attorno alle accuse rivolte all'ex ciclista oggi direttore sportivo della Proximus-Alpha Motorhomes-Doltcini CT, una squadra femminile UCI di ciclismo su strada e fuoristrada. Adesso si attenderanno gli sviluppi ulteriori delle indagini di una inchiesta che dovrà scoprire se vi siano stati abusi da parte di Vervoort nei confronti di alcune atlete.
Il comunicato UCI sulla squalifica di Vervoort
L'Unione Ciclistica Internazionale ha emesso una nota ufficiale asciutta e concisa riguardante Vervoort: "Sulla base delle informazioni fornite da diversi corridori, la Commissione Etica ha deciso di sospendere provvisoriamente il Direttore Sportivo ai sensi dell'articolo 34.2.2 del Codice Etico dell'UCI. Questa sospensione provvisoria si applica per un periodo di tre mesi a partire da oggi, mentre l'indagine continua. L'UCI non farà ulteriori commenti su questa vicenda".
Nello stesso comunicato, l'UCI ha sospeso anche Fazli Ahmad Fazli, il presidente della Federazione ciclistica afghana, per un periodo di 15 mesi. "Dopo aver ritenuto che non vi fossero elementi che giustificassero la prosecuzione delle indagini" ha spiegato l'UCI, "è stato accertato che il presidente della Federazione ciclistica afghana aveva, in più occasioni, inviato messaggi a membri della comunità ciclistica afghana ritenuti in violazione degli articoli 5, 6.4 e 2.1 dell'allegato 1 dell'UCI Codice Etico per il loro carattere offensivo e/o minaccioso e per il fatto di aver quindi abusato della sua posizione".