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Lo straziante presagio di mamma Heidi sulla morte di Gino Mäder: “Già, dissi proprio così…”

La signora Sandra, da tutti chiamata amorevolmente Heidi, è tornata quasi 3 mesi dopo a parlare della terribile scomparsa di suo figlio Gino. Pensieri lucidi che, malgrado l’immane tragedia, non lasciano spazio a risentimenti o odio: “E’ il destino che ha deciso così”
A cura di Alessio Pediglieri
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Mamma Heidi dopo la tragedia della scomparsa del figlio Gino, sulle strade del Giro di Svizzera
Mamma Heidi dopo la tragedia della scomparsa del figlio Gino, sulle strade del Giro di Svizzera

Il mondo del ciclismo e dello sport in generale si appresta a commemorare i tre mesi dalla terribile scomparsa di Gino Mäder, il ciclista morto durante l'ultimo Giro di Svizzera, lo scorso 15 giugno. Una tragedia che ha segnato per sempre il mondo delle gare e che ha lasciato un vuoto incolmabile. Di quel funesto giorno è tornata a parlare anche la mamma di Gino, la signora Sandra, da tutti conosciuta da sempre col semplice soprannome di "Heidi".

Un volo di svariati metri in piena discesa, giù da un dirupo, fino allo schianto mortale. La corsa dei soccorsi per assistere Mäder sul posto, l'ultimo disperato tentativo di trasportarlo in ospedale. I primi devastanti bollettini medici che ne accertavano irreversibili traumi cerebrali e, infine, il decesso avvenuto nelle ore successive. Quel 15 giugno 2023 non sarà mai dimenticato dal mondo dello sport che venne letteralmente scaraventato nell'incubo da uno tsunami senza precedenti.

Da allora il ciclismo è cambiato, la morte tragica di Mäder non è caduta nel vuoto e a qualcosa è servita e sta servendo. Subito si è intrapresa una sempre più capillare presa di posizioni a tutela della salvaguardia dei ciclisti, con nuove norme e regole, anche decisioni forse impopolari ma necessarie per dare uno stop ad una china di spettacolarizzazione e di pericolosità cui era oramai proiettato tutto il movimento.

A distanza di quasi tre mesi da quel giorno è tornata a parlare anche mamma Mäder, la signora Sandra o più semplicemente "Heidi" come da sempre è conosciuta nell'ambiente delle dure ruote a pedali. Lei, che subito si era ripresentata in strada tra gli ex colleghi del figlio, ricevendo e dispensando abbracci e calore in uno dei momenti più strazianti di un genitore: la perdita del figlio. Lei, che mai ha alzato la voce o puntato il dito in questo tempo alla ricerca di eventuali colpevoli o responsabili per averle strappato dalle mani il più caro degli affetti. Lei che è tornata a rivivere quei momenti con una lucidità e una capacità di analisi encomiabili,  in una intervista esclusiva rilasciata al quotidiano tedesco Sudkurier.

"Non ero presente in quella quinta tappa [Giro di Svizzera 2023, ndr] perché ero a un evento per lavoro e non so perché, però avvertivo strane sensazioni" racconta la signora Heidi, rivivendo il suo tormento personale. "Pensate che quando qualcuno mi chiese se Gino avrebbe corso il Tour de France risposi "Non possiamo ancora dirlo con esattezza, in questo sport basta una caduta per stravolgere i piani." Già, dissi proprio così…". Da lì a poco, i tragici eventi che hanno cambiato per sempre la vita a lei e a suo marito Andreas.

La signora Heidi rivive il film dell'orrore, oramai per sempre impresso nella mente: "L'unico segno ben visibile su Gino era un taglio sopra la guancia, ma i danni cerebrali erano gravissimi e Gino non avrebbe potuto più respirare autonomamente" ricorda al giornale tedesco. "Quando il medico mi disse che mio figlio non sarebbe stato in grado nemmeno di dire "mamma" e che sarebbe rimasto in quello stato per sempre, senza poter né parlare né camminare, capii che io e mio marito Andreas dovevamo solo scegliere quando e se staccare le macchine che lo tenevano in vita…"

La più dura e inimmaginabile delle decisioni che, però, la signora Heidi ha fatto serenamente, malgrado il cuore appesantito da un dolore impossibile da capire ma che mai l'ha trascinata nel baratro della rivalsa e delle accuse: "Se ci sono dei colpevoli? Non credo, purtroppo nel ciclismo certe cose possono succedere: il destino ha voluto che mio figlio morisse in quelle circostanze". Parole che scaldano il cuore, un cuore scavato da un vuoto incolmabile, ma non inaridito dal risentimento o dall'odio. L'insegnamento più grande, nel dolore più grande.

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