L’investitore di Rebellin è in Germania: nel 2014 gli era stata ritirata la patente per ubriachezza
La morte di Davide Rebellin ha scosso tutto il mondo del ciclismo e dello sport italiano. Il ciclista è morto in un incidente stradale avvenuto lungo la regionale 11 a Montebello Vicentino durante un allenamento: è stato travolto da un camion e a distanza di giorni è stato individuato e denunciato l’uomo alla guida del tir. Si tratta di un cittadino tedesco di 62 anni, che si era fermato ed è poi ripartito non prestando soccorso.
L’uomo, fuggito in Germania dopo l’incidente, non può essere arrestato perché nel suo paese non esiste il reato di omicidio stradale. Una situazione che mette ancora più rabbia, anche perché il camionista aveva dei precedenti: aveva patteggiato con il tribunale di Foggia nel 2001 una pena per non essersi fermato in un incidente che aveva causato danno alle persone e nel 2014 gli era stata ritirata la patente a Chieti dalla polizia stradale per guida in stato di ebbrezza.
Il camionista tedesco è accusato dei reati di omicidio stradale e fuga del conducente: l’uomo, come spiegato dalla Procura vicentina in una nota, era alla guida di un autoarticolato Volvo con targa tedesca ed è stato riconosciuto grazie alle immagini delle videocamere della zona. Secondo alcuni testimoni il camionista, dopo aver investito Rebellin sarebbe sceso dal suo camion per poi risalire a bordo ed allontanarsi senza fare nulla per la persona che aveva investito.
I carabinieri sono riusciti a risalire alla targa del camion dopo aver raccolto ed esaminato numerosi filmati girati sia dalle telecamere di un ristorante della zona e dagli occhi elettronici di diversi caselli autostradali. Sono stati incrociati numerosi dati fino a quando non si è arrivati a individuare la targa del mezzo pesante. A quel punto, le autorità italiane hanno interessato anche l'Europol oltre che la polizia tedesca.