L’incredibile storia di Træen: dalla vittoria sul cancro al Tour, che corre con un gomito fratturato
Il premio combattività è uno dei più ambiti da sempre anche al Tour de France. Per molti è il classico trofeo per accontentare chi non può riuscire a vincere altro ma è anche un elemento distintivo che ammalia e affascina i tifosi. In questa edizione c'è già un vincitore morale ben preciso: è il norvegese della Uno-X Pro Cycling Team, Torstein Træen che porta con sè una straordinaria storia di lotta e resilienza.
La squadra norvegese è tra le più recenti ad aver acquisito la licenza UCI ProTeam, nel 2020, e ha voluto esserci in questa edizione costruendo una squadra ad hoc per la corsa: 8 corridori, per lo più norvegesi tra cui Torstein Træen, 27enne scalatore alla sua prima esperienza in assoluto alla Grande Boucle. Cui non ha voluto rinunciare nemmeno dopo l'infortunio che ha subito nel corso della prima tappa, a Bilbao quando è stato vittima di una brutta caduta che non gli ha impedito di arrivare comunque al traguardo. Da lì in poi, non è più riuscito a mettersi in mostra, per arrivare sempre tra gli ultimi nelle prime 11 tappe del Tour. Decisamente prestazioni anonime per Træen che si era presentato in ottima forma dopo essersi preso la top 10 al Critérium du Dauphiné, nutrendo speranze per sé e per il suo Team se non per la classifica finale almeno per qualche successo di tappa.
Durante la 1a tappa, a Bilbao, purtroppo, cadendo violentemente sul ciglio della strada, Træen è atterrato sull'asfalto pesantemente sul gomito, arrivando al traguardo sanguinante e con la divisa strappata. "Ho capito abbastanza velocemente che c'era qualcosa che non era normale". E la diagnosi in clinica mobile non ha lasciato dubbi: la radiografia ha rivelato la microfrattura al gomito. Per tutti, sarebbe significato il ritiro immediata dalla gara, non per Træen. "Quando hanno fatto la radiografia, ero un po' insicuro su cosa fare", ha ammesso Træen "ma poi ho pensato che non potevo abbandonare il mio primo Tour così".
Forza, coraggio, resilienza. Dopotutto, Torstein Træen porta con sè una storia personale che trasforma il grave infortunio in un problema secondario: nel maggio 2022 gli era stato diagnosticato un cancro ai testicoli dopo un esame antidoping di routine. Fu costretto a fermarsi immediatamente e a sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico, con cui ha sconfitto il tumore risalendo in sella e tornando a correre tra i Professionisti, guadagnandosi 12 mesi più tardi la convocazione per il suo primo Tour. "Il braccio mi fa molto male anche se sta migliorando" ha confessato dopo la prima settimana di tappe. "Quando freno o quando cambio non va bene. E poi sono caduto di nuovo, picchiando la rotula del ginocchio destro e graffiandomi la schiena" ha ricordato ancora.
Ma è sempre lì, al via ad ogni tappa ed è pronto a rilanciare la sfida non appena la strada salirà ancora: "Spero che quando arriveranno le Alpi, le gambe rispondano al meglio e possa fare qualcosa". Per chi ha sconfitto il tumore, scalare un Hors Categorie con un gomito fratturato e qualche escoriazione diventa un banale evento di routine nella resilienza contro il destino avverso.