L’incertezza prima del trionfo, Ganna rende semplice ciò che pare impossibile: “Non volevo correre”
Filippo Ganna è inarrestabile. Dopo aver stabilito il record dell’ora, percorrendo 56 chilometri e 792 metri in sessanta minuti, si è preso la medaglia d’oro nell’inseguimento individuale ai Mondiali di ciclismo su pista di Parigi, battendo in finale l'altro azzurro Jonathan Milan. Ganna ha vinto l'ennesimo oro e si è preso l'ennesimo record mondiale, scendendo sotto i 4 minuti con il tempo di 3'59″636.
Non era tutto scontato, però, al Velodromo St Quentin di Parigi. Proprio lì dove si correranno le Olimpiadi di Parigi nel 2024 le cose non erano iniziate benissimo per Ganna e a svelarlo è stato lui stesso dopo la vittoria: "Quella di oggi è stata una delle giornate più intense: questa mattina non volevo scendere in pista, perché pensavo alle vacanze. I miei compagni, però, mi hanno convinto a cambiare idea: per questo che li ringrazio".
L'azzurro ha raccontato così l'andamento della finalissima e il modo in cui è riuscito a tenere la concentrazione fin dai primi secondi: "Prima ho ascoltato un po' di musica, ero carico, la falsa partenza di Milan mi ha permesso di stabilizzarmi, ho mantenuto alta la concentrazione e alla fine è andata bene".
In mattinata, dunque, Ganna non avrebbe voluto scendere in pista e aveva la testa altrove: la stagione e il lavoro fanno sentire il peso ma l'azzurro poi è andato a prendersi il suo quinto oro mondiale.
Con la sua proverbiale progressione ha piazzato la ‘zampata' e con la qualità di sempre, nonostante la stanchezza, ha stabilito il nuovo record del mondo.
Un'impresa del genere mancava dal 1947, quando un certo Fausto Coppi e Tony Bevilacqua trionfarono davanti a tutti al Parco dei Principi di Parigi e misero la loro firma nella storia. Lo stesso hanno fatto Ganna e Milan, che hanno regalato una gioia nell’inseguimento che mancava da 75 anni all'Italia.