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La surreale storia delle bici rubate all’Italia ai Mondiali: “Dobbiamo dimostrare che siano nostre”

La paradossale situazione è stata denunciata dal presidente della Federciclismo pronta a volare in Romania – dove la refurtiva è stata ritrovata – per riportarla in Italia personalmente. Ma non sarà semplice: il dissequestro potrebbe avvenire anche fra qualche mese. Per un cavillo burocratico, prima bisogna dimostrare che quelle siano realmente le bici utilizzate da Ganna e compagni.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ricordate le 22 biciclette della Nazionale italiana di ciclismo rubate dall'Hotel a Roubaix e poi ritrovate in Romania? Bene, al momento non sono ancora rientrate in Italia perché sono ancora in stato di sequestro, con la Federciclismo che deve dimostrare formalmente di esserne la reale proprietaria. Un assurdo burocratico che dopo quasi un mese dal ritrovamento della refurtiva non permette a Filippo Ganna e compagni di riavere i mezzi con cui hanno riscritto la storia dell'inseguimento su pista.

Dallo scorso 22 ottobre, notte in cui alcuni malviventi riuscirono a scassinare il furgone che conteneva le biciclette azzurre, sono trascorse quasi quattro settimane ma non c'è ancora traccia in Italia della refurtiva. Non perché non sia stata ritrovata – il ‘bottino' da circa 600 mila euro venne ritrovato in Romania, a fine mese – ma perché si è impossibilitati al momento di riportarle a casa. A denunciare l'assurda situazione è stato lo stesso presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni incredulo davanti a quanto sta accadendo: "Dobbiamo dimostrare che siano effettivamente nostre" ha confermato alla Gazzetta.

La FCI ha dovuto rivolgersi persino ad un legale per riavere ciò che è suo: 12 Bolide Pinarello e 10 biciclette da strada 4 Pinarello, 4 De Rosa, 1 Cinelli, 1 Merida per un totale di circa 600 mila euro. Le stesse che Filippo Ganna e la nazionale italiana hanno utilizzato nei Mondiali di Roubaix, con tanto di medaglia d'oro e nuovo record assoluto. Lo stesso campione azzurro aveva manifestato subito il proprio rammarico per quanto accaduto, con tanto di appello da parte della Cicli Pinarello a tutti gli appassionati di avvisare qualora si fossero viste le bici rubate su qualche sito di e-commerce online.

Adesso si attende di capire quanto altro tempo ci vorrà per il dissequestro. Già un mese è trascorso, forse ci vorranno giorni, forse settimane, forse altri mesi per riavere tutta la refurtiva. La Federciclismo ha espresso tutto il proprio disappunto ma ha anche confermato che non appena arriverà il nullaosta da parte delle autorità competenti sarà proprio lei ad andare a prendere di persona le bici che hanno fatto sognare l'Italia

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