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Tour de France 2024

L’arrivo del Tour nell’autodromo Armagnac è una follia: la volata diventa una gara ad eliminazione

La quarta tappa del Tour de France ha visto trionfare ancora una volta Jasper Philipsen ma lo sprint è stato fatale per molti ciclisti. Negli ultimi mille metri tre cadute rovinose, tra cui Jacopo Guarnieri che si è fratturato la clavicola. Colpa della scelta di arrivare in un autodromo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una scelta che non si è rivelata di certo vincente, forse affascinante ma tutt'altro che sicura per i ciclisti: la quarta tappa del Tour de France con l'arrivo a Nogaro all'interno del circuito automobilistico Paul Armagnac si è trasformata in una vera e propria follia finale che ha visto cadere rovinosamente negli ultimi mille metri a oltre 60 chilometri orari diversi ciclisti. Tra cui l'italiano Jacopo Guarnieri che si è fratturato la clavicola.

Jasper Philipsen festeggia e giustamente, e con il belga tutta l'Alpecin-Deceuninck che si prende la seconda vittoria in questa edizione 110 della Grande Boucle, consecutiva, monopolizzando gli arrivi fin qui conclusi in volata. Ma per il resto, ciò che sembrava un'idea originale e affascinante si è trasformata in un clamoroso boomerang che alzerà ancora di più l'asticella delle polemiche sui traguardi allo sprint. E non per colpa di eventuali scorrettezze in volata ma proprio per il percorso deciso dall'organizzazione. Il tracciato dell'Armagnac si è confermato essere perfetto per auto e moto non certo per chi lo affronta a tutta velocità in bici su battistrada larghi un pollice.

E così, mente chi era in testa al gruppo si prendeva le migliori posizioni, chi cercava di risalire da dietro ha dovuto fare lo slalom tra diversi ciclisti caduti rovinosamente sull'asfalto: una, due, tre volte. Tutti nel giro del chilometro conclusivo. Una scena di certo non positiva per il ciclismo e uno spot che ha evidenziato tutte le pecche per un finale diventato una pericolosissima roulette russa. Ad avere la peggio è stato l'italiano Jacopo Guarnieri tra i primi a schiantarsi al suolo, che si è fratturato la clavicola: sentenza amare che significa immediato ritiro e la ‘carovana' azzurra, già ridotta al lumicino, che adesso conta solamente sei unità nel plotone.

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Oltre a Guarnieri, cadono Fabio Jakobsen, l'uomo di punta della Soudal Quick Step e Luis Leon Sanchez dell'Astana prima che i vari capitomboli si completino a 200 metri dal traguardo con Waerenskjold e Axel Zingle sbalzati dalle selle dopo aver toccato le transenne e l'ennesimo cellulare di un tifoso alla ricerca del selfie di giornata. Già in occasione della terza tappa erano esplose le polemiche per un arrivo concitato in volata.

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Ad alzare il polverone era stato proprio Fabio Jakobsen, oggi caduto nel finale in merito alle sportellate rifilate a suo dire da Van der Poel e Philipsen che "per vincere hanno tagliato la strada agli avversari. Non solo i corridori ma anche gli organizzatori hanno delle responsabilità su questo tipo di situazioni" aveva detto il capitano della Soudal che aveva applaudito alla scelta odierna: "Ben vengano percorsi disegnati come oggi, dove l'arrivo in autodromo permette di non doversi prendere rischi eccessivi per lottare per le posizioni" aveva evidenziato. Peccato che proprio in autodromo è stato tra i corridori finiti per terra.

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