L’anno magico di Ganna lo proietta verso una dimensione totale: tra strada e record dell’ora
Con la finale per il bronzo nell’Inseguimento individuale ai Mondiali di ciclismo su pista in corso a Roubaix, Filippo Ganna chiude un anno incredibile, in cui ha ci ha fatto vivere tutte le emozioni possibili, diventando una delle facce più note dello sport italiano in giro per il mondo. Sì, avete letto bene, Ganna, dopo essere stato quattro volte campione del mondo nell’Inseguimento individuale, questa volta ha vinto soltanto il bronzo. A conquistare il titolo mondiale è stato Ashton Lambie, battendo in finale per l’oro l’altro italiano Jonathan Milan. E proprio da Lambie bisogna partire per iniziare a immaginare il Ganna del futuro prossimo.
L’americano con dei meravigliosi baffoni non solo adesso è campione mondiale dell’Inseguimento, ma ha anche il record del mondo della specialità con un sensazionale 3'59″930, fissato il 18 agosto 2021 in altura ad Aguascalientes. I quasi duemila metri hanno chiaramente aiutato, ma l’avversario c’è ed è forte, anche perché non spreca nessuna altra energia in tutte le gare su strada e su pista in cui Filippo Ganna è impegnato durante l’anno.
Il primo grande obiettivo per Filippo quindi sarà tenere dietro Lambie, prima di tutto ai prossimi Mondiali che si terranno a Glasgow a poi ai successivi a Ballerup in Danimarca. Così facendo potrebbe arrivare a sei vittorie ai campionati del mondo nella specialità e diventare il grande mito dell’Inseguimento, una disciplina in cui ha già quattro titoli, mettendo dietro gente come Fausto Coppi, Roger Rivière, Rudi Altig, Francesco Moser e Bradley Wiggins. Sempre in questa specialità non solo deve vedersi da Lambie e dagli altri atleti stranieri che mirano a prendere il suo scettro, ma avrà anche una grande competizione interna perché sia Jonathan Milan che Manlio Moro hanno dimostrato di poter crescere e diventare dei grandi specialisti.
Mentre i giovani crescono però, Filippo Ganna quest’anno ha vinto la doppia corona dell’Inseguimento a squadre. A Tokyo, grazie a un suo ultimo chilometro folle, ha portato lo stesso Milan, Simone Consonni e Francesco Lamon all’oro, battendo la Danimarca che ancora non si è ripresa dal colpo durissimo ricevuto in Giappone. Pochi giorni fa invece l’Italia ha vinto anche il titolo mondiale, battendo questo volta i padroni di casa della Francia in maniera netta.
Ma non solo di Inseguimento sarà pieno il futuro di Ganna. Prima di tutto perché sulla pista potrebbe anche pensare di provare un’altra disciplina, come la Madison, perché a Parigi 2024 sarà ancora una volta ripetuta la follia di non inserire nel programma l’Inseguimento individuale e potrebbe pensare a una doppia medaglia olimpica solo facendo altro insieme all’Inseguimento a squadre. E in secondo luogo perché Filippo Ganna è anche una colonna portante della Ineos Grenadier e su strada ha vinto per due volte consecutive il campionato del mondo a cronometro, nel 2020 a Imola e quest’anno nelle Fiandre.
In questo senso continuare il dominio anche nei prossimi Mondiali, nel 2022 a Wollongong in Australia e nel 2023 a Glasgow, potrebbe essere un grande obiettivo perché ad oggi solo Fabian Cancellara è arrivato a quattro vittorie mondiali in questa specialità. Ma ancora una volta non sarà solo questo l’obiettivo potenziale per il Ganna su strada. Abbiamo visto nel Giro d’Italia 2020, soprattutto con la vittoria in fuga di Camigliatello Silano, che può esistere anche un Ganna cacciatore di tappe e magari anche di grandi classiche. Quella che forse potrebbe fare al caso suo è la più difficile di tutte, la Parigi-Roubaix. Abbiamo visto quest’anno come Gianni Moscon, suo compagno alla Ineos, ha costruito una meravigliosa Parigi-Roubaix, persa solo per sfortuna e immaginiamo che i tecnici della squadra inglese vorranno fare lo stesso percorso con un corridore perfetto per quel terreno come Ganna.E se Mondiali e Olimpiadi su pista, tappe e grandi classiche su strada non bastano, c’è un altro grande sogno a cui Filippo Ganna ha già detto di voler guardare al momento opportuno. Il grande sogno si chiama record dell’ora ed è stato una sfida fondamentale per tante carriere straordinarie. Oggi appartiene al belga Victor Campenaerts, il quale ha raggiunto 55,089 km anche lui ai quasi duemila metri di Aguascalientes.
Rileggere i nomi di chi ha ottenuto il record dell’ora è una sorta di bignami della storia del ciclismo. Hanno tentato questo sforzo magico e durissimo, riuscendo a superarsi, atleti come Fausto Coppi (nel 1942, in una Milano sotto le bombe alleate), Jacques Anquetil, Ercole Baldini, Roger Rivière, Eddy Merckx, Chris Boardman, Francesco Moser, Miguel Indurain e Bradley Wiggins. Inserire il nome di Filippo Ganna, già adesso uno dei più grandi interpreti delle crono nella storia del ciclismo, sarebbe il coronamento di una carriera che ha avuto pochi eguali. Potrebbe essere ancora un sogno lontano per Filippo, ma è sicuro che il tarlo magnifico del record dell’ora lo accompagnerà fino a quando non scenderà in pista per provare a superare tutti in quei 60 incredibili minuti.