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Lance Armstrong: “Anche i miei rivali hanno imbrogliato e alcuni di loro sono morti. Io no”

Lance Armstrong torna a parlare di doping, abusi e alcool. E punta il dito su chi lo accusa: “Anche altri baravano, ma si sono distrutti, molti sono morti. Io no: ci sono stati giorni duri, ma io non mi sono mai arreso”
A cura di Alessio Pediglieri
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Lance Armstrong ritorna a parlare dell'utilizzo di doping, dell'abuso di sostanze e dei problemi con l'alcool. Tutte piaghe con cui ha convissuto e combattuto e che gli hanno condizionato per sempre la carriera ciclistica e la vita privata. Ma davanti alle quali ha sempre contrattaccato, cercando di tirare in mezzo chiunque lo accusasse. Fino all'ultima spallata, con cui ha rialzato il polverone della polemica: "Anche i miei rivali hanno imbrogliato e questo li ha distrutti, alcuni di loro sono morti. Io, invece, ho sempre lottato".

Parole ancora una volta dure e divisive da parte dell'ex ciclista texano che nel 2012 perse ogni titolo conquistato in carriera a seguito della storica sentenza dell'USADA di squalificarlo e togliergli le vittorie per uno sistematico di doping. Lance Armstrong continua la sua battaglia, oramai solo dialettica ma di grande impatto avendo negli anni maturato un enorme successo anche come divulgatore sportivo, attraverso i suoi seguitissimi podcast. Così le ultime affermazioni non sono passate inosservate nel momento in cui è tornato a discutere sulle accuse ricevute per aver "barato" per vincere.

L'attacco di Armstrong: "Anche altri imbrogliavano e molti sono morti"

"Nel corso del tempo ho perso almeno cinque o sei dei miei principali rivali di quella generazione a causa di droghe, alcol e cattive abitudini. Anche loro baravano, imbrogliavano" ha sottolineato il 53enne ex ciclista, nella sua continua lotta personale per cancellare il discredito sportivo che lo perseguita. "Molti di loro sono stati distrutti, altri sono morti. Non io. Io ho sempre lottato: avrei potuto semplicemente dire che ero stato cancellato e rinunciare, ma ho deciso che non l'avrei fatto". 

Armstrong si sente migliore: "Ci sono stati giorni duri, ma io non mi sono mai arreso"

I riferimenti sono ovviamente alle accuse di doping sistematico che gli ha rovinato la carriera e condizionato la vita. Anni in cui Armstrong conquistava in bici tutto ciò che voleva, incontrastato. Anni che successivamente, vennero additati da tutti come i peggiori della storia del ciclismo, capitanati proprio da lui: il terribile texano dopato. Un marchio che Armstrong si è portato dietro sprofondando nel tunnel di abusi e di alcool, trascinandolo sul bordo del baratro: "Ci sono stati giorni in cui pensavo che non avrebbe mai potuto funzionare" ha recentemente ricordato, "ma io non mi sono mai arreso". 

"Ho considerato il Tour roba mia. Sbagliavo: fu il mio più grande errore"

Nel suo racconto, Armstrong ritorna anche alle vittorie nel Tour, la gara che lo consacrò a livello mondiale,  prima di finire bel baratro: "Quando correvo, pensavo che il Tour de France fosse la mia gara. Ero convinto che il Tour appartenesse a me. E non è così ed è stato un errore. Un grosso errore". Per poi tornare sul ciclismo moderno: "E' antiquato, non si è rinnovato e difficilmente riuscirà a farlo. Se dovessi chiedere ai miei figli di guardare una tappa del Tour, non lo farebbero mai. Mi risponderebbero subito: puoi andare direttamente dove c'è una caduta o qualcosa di avvincente?"

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