L’Alpecin sporge denuncia contro l’uomo che ha tirato la borraccia a van der Poel: ora rischia la galera

Senza una denuncia non si può adire a vie legali contro l'uomo che si è macchiato domenica pomeriggio, nel corso della Parigi-Roubaix, del vile gesto di colpire volontariamente Mathieu Van der Poel con una borraccia. Un atto vandalico, definito dallo stesso olandese "un tentato omicidio" visto che le conseguenze che avrebbe potuto causare. A nulla è valso l'estremo tentativo di redimersi, autoconsegnandosi alle autorità: adesso la denuncia è arrivata, da parte dell'Alpecin, il Team di Van der Poel, che ha ricevuto anche il pieno appoggio formale dell'UCI. E per l'autore del gesto sconsiderato si può procedere sul fronte penale da parte della procura di Lille, con tutte le conseguenze del caso: anche la galera.
La borraccia piena che ha colpito Mathieu van der Poel lungo uno dei tratti di sterrato finali della Parigi-Roubaix non passerà in secondo piano, ma avrà conseguenze gravi e pesantissime per l'autore del gesto. Anche se in passato ci sono stati altri episodi di intolleranza e di violenza da parte del pubblico nei confronti di Van der Poel a seguito dei quali si decise di non proseguire oltre, per la sua squadra, l'Alpecin-Deceuninck, il vaso è oramai decisamente colmo per voltarsi dall'altra parte e proseguire come se nulla fosse.
Il duro comunicato Alpecin: "Presenteremo denuncia, escalation inaccettabile"
"Siamo sollevati che Mathieu sia rimasto illeso e confermiamo che, come squadra, presenteremo una denuncia contro l'autore per denunciare il comportamento. Tuttavia, va oltre ad un semplice gesto. Troppo spesso ci accorgiamo che la cattiva condotta è il risultato di – o almeno va di pari passo con – un consumo eccessivo di alcol. Quello che è successo domenica è un'escalation di fatti precedenti, che non hanno come bersaglio solo Mathieu van der Poel". Così l'Alpecin-Deceuninck ha preso posizione durissima sulla vicenda.
"Seguiremo internamente l'ulteriore corso della procedura legale"
Dopotutto, la situazione sembra essere sfuggita di mano agli organizzatori e la stessa natura logistica nel ciclismo – con i tifosi posizionati ai bordi strada, vicinissimi ai ciclisti e senza alcuna possibilità di reale controllo da parte di terzi – hanno spinto il Team a usare la classica tolleranza zero: "Durante altre competizioni, sia sul campo che su strada, abbiamo anche scoperto che la cattiva condotta di alcuni ha conseguenze di vasta portata. Ciò significa che la sicurezza dei ciclisti non può essere sempre garantita, offusca il piacere e la reputazione dei veri appassionati di ciclismo e distoglie l'attenzione dalle conquiste sportive.
Seguiremo internamente l'ulteriore corso della procedura legale – fa sapere la Alpecin – affinché la condotta scorretta non riceva più attenzione del dovuto. Tuttavia, stiamo insistendo affinché tutte le parti coinvolte (ciclisti, squadre, federazioni, organizzatori e governi) si consultino e cooperino affinché si possano adottare misure per tenere lontani dalle gare ciclistiche i malintenzionati e agire in modo più proattivo sui punti critici noti in anticipo".
L'intervento dell'UCI: ulteriore procedura per vie legali
Ciò significa che vi sarà una coda pesante per l'autore del gesto: di fronte alla denuncia sporta dalla squadra di Van der Poel ora scatterà l'iter giudiziario con un processo penale che potrebbe portare anche all'arresto e al carcere. Ad appoggiare la posizione dell'Alpecin anche l'UCI, l'Unione Ciclistica Internazionale che ha rotto gli indugi con un comunicato altrettanto duro: ha indicato di essere pronta ad agire anch'essa per vie legali ed esaminerà le opzioni legali del caso con tutte le parti coinvolte (le associazioni ciclistiche CPA, AIOCC e AIGCP).