La vita di Canvedish distrutta, la moglie in lacrime: “Paura e incubo, sogniamo ancora i coltelli”
Sono stati processati e condannati in via definitiva i malviventi che nel 2021 entrarono per una rapina a mano armata nella casa di Mark Cavendish e che minacciarono con i coltelli la famiglia del campione di ciclismo, dopo averlo malmenato. Un incubo che ha distrutto la vita del tre volte campione del mondo, incapace di superarlo: "Hanno trasformato la nostra tranquilla vita familiare, viviamo ancora nella paura", ha dichiarato la moglie Petra, tra le lacrime, nella decisiva testimonianza in tribunale.
La Chelmsford Crown Court dopo aver raccolto ulteriori dati, aver esaminato a fondo le immagini delle telecamere e raccolto tutte le testimonianze, ha emesso così la sentenza più dura per i due autori dell'efferata irruzione avvenuta a Ongar, nell'Essex, con condanne dai 12 ai 15 anni. La ricostruzione di quella notte da incubo non ha lasciato più dubbi al giudice David Turner KC che ha dichiarato che si è trattato di un vero e proprio "grave crimine organizzato. Non si trattava di un banale furto domestico da parte di dilettanti opportunisti".
Romario Henry, 31 anni, e Ali Sesay, 28 anni, gli autori del furto e elle minacce sono stati condannati in via definitiva a 12 e 15 anni di carcere: "Si è trattato di un attacco pianificato, mirato, orchestrato e spietato nei confronti di uno sportivo di fama internazionale e di sua moglie, ambasciatori del marchio per gli orologi Richard Mille di eccezionale valore". Il riferimento alla refurtiva non è casuale perché in quel frangente la famiglia Cavendish fu costretta a consegnare, tra altri oggetti di valore, anche due costosissimi orologi "Richard Mille", del valore totale di 900 mila euro.
Petra, la moglie del ciclista olimpico ha dovuto rivivere tra le lacrime quella notte del 21 novembre 2021 quando i due malviventi sono entrati intorno alle 2.30 di notte, cogliendo lei e suo marito nel sonno: "Ero nelle prime fasi di gravidanza, un momento in cui avrei dovuto solamente essere felice ed eccitata ma che si è trasformato improvvisamente in un interminabile periodo di stress e preoccupazione". Poi i particolari raccapriccianti, con le minacce con "un coltello che ricorda quello di Rambo nei film" e le botte date al marito per ottenere la refurtiva.
Una paura che non è svanita con il passare del tempo, visto che nella deposizione al giudice Petra Cavendish ha anche rivelato che da quel giorno la vita familiare è stata praticamente distrutta: "Viviamo in una continua paura, sogniamo ancora i coltelli. Ma adesso stiamo provando a vendere casa, ma non ci stiamo riuscendo. Non possiamo più vivere così" ha continuato la consorte del campione di ciclismo. "Anche perché hanno trasformato un'amorevole casa di famiglia in un costante promemoria di minaccia e incubo".