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La tappa del Mortirolo a Hirt: Carapaz in rosa per soli 3″, Pozzovivo cade e si autoelimina

Sul Santa Cristina, Hirt non si fa sfuggire l’allungo decisivo e gestisce al meglio il vantaggio sugli inseguitori chiudendo primo all’Aprica. Carapaz controlla, Pozzovivo cade e paga dazio. Nibali crolla nel finale.
A cura di Alessio Pediglieri
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Jan Hirt strappa il successo di tappa nella frazione più impegnativa del Giro 2022 con il Mortirolo e l'arrivo all'Aprica, con il corridore olandese che si prende la vittoria ad inizio della terza settimana di corsa in rosa. Una fuga iniziata subito prima dell'ultima scalata del Santa Cristina, quando riprende tutti e stacca per all'arrivo in solitaria. La maglia rosa Carapaz gestisce la situazione, controllando i principali avversari e gestendo la propria leadership che regge di soli tre secondi. Delusione per Nibali che cede negli ultimi 10 chilometri, mentre la maglia della sfortuna è tutta per Pozzolivo che paga una caduta che lo taglia fuori dalla parte finale di tappa.

Nella tappa più difficile del Giro 2022 i primi movimenti come da copione, iniziano poco prima della salita al Mortirolo dove si ritrovano in otto in avanti a fare l'andatura per la fuga di giornata partita lontanissimo, ma sempre tenuta a controllo dal gruppetto della maglia rosa che affronta l'erta con 3 minuti di distacco. Poels, Kämna, Bouwman, Valverde, Arensman e Hamilton sorprendono un po' tutti e si staccano, lasciando Ciccone a un minuto, scollinando sul Mortirolo con un vantaggio che poi amministrano senza problemi in discesa.

Sfortuna massima per Domenico Pozzovivo che a 65 chilometri dal traguardo e in piena discesa dal Mortirolo, dove aveva tenuto il passo dei migliori, perde aderenza sull'asfalto rovente e scivola via cadendo a terra. Niente di grave a livello fisico, con il migliore italiano in classifica generale che risale immediatamente in bici, ma paga tantissimo per aver avuto il contrattempo nel momento peggiore: strada stretta, discesa a picco e ammiraglie tenute a distanza dall'organizzazione.

Il problema tecnico al mezzo lo costringe così ad affrontare l'intero percorso in discesa perdendo sempre più terreno dal gruppo della maglia rosa di Carapaz che intanto sfida Nibali in velocità.

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Per Pozzovivo un finale di tappa più che complicato che rischia di pregiudicare non solo eventuali tentativi di risalire la classifica ma anche il mantenimento del quinto posto in generale a poco più di un minuto dal leader. Il gruppo di testa ha un vantaggio di 4 minuti e 30″ su Carapaz e i migliori, che li tengono a tiro prima della conclusione all'Aprica, con nel mezzo il gruppetto che comprende Ciccone. Mentre Pozzovivo paga oltre un minuto di ritardo da Carapaz che nel frattempo raccoglie per strada alcuni fuggitivi, componendo un plotoncino di 20 unità. Intanto il gruppo do testa con Bouwman prova a prendere il largo: 3′ sul gruppetto Ciccone e 5 sulla maglia rosa dove rientra anche Pozzovivo che approfitta per farsi medicare dopo la caduta.

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Sul Teglio le pendenze sono proibitive, in una salita che taglia il fiato anche se tutti aspettano il Santa Cristina per sferrare eventuali rasoiate. Così i battistrada, dove si stacca Bouwman, provano a mantenere il vantaggio sul gruppo maglia rosa che diventa ancora più numeroso e che mangia secondi importanti. Poco prima dell'ultima fatica, il Gruppo maglia rosa chiude violentemente il gap a 3 minuti, con il Vallico di Santa Cristina che vede in fuga solitaria Kamna della Bora. Gli ultimi 12 km sono adrenalina pura: Pozzovivo è il primo a saltare, poi c'è la caduta di Pedro Bilbao che si tocca con il compagno Landa, in piena salita.

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Landa, Carapaz e Hindley fanno il vuoto dietro di loro, solo Nibali prova a reagire, tallonato da Almeyda, mentre in testa della corsa, Kamna viene riassorbito da Aresman e Hirt, con l'olandese della DSM che riallunga in solitario andando a spaccare il gruppo. Lo Squalo paga oltre un minuto e cede, sperando solo nel rientro in discesa, che sul bagnato ovviamente richiede più di una semplice attenzione alle curve. La tappa non sfugge a Jan Hirt, con il secondo posto ad uno spettacolare Aresman e con la classifica generale che vede Carapaz restare leader, davanti a Hindley e Almeida.

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