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La salita è talmente ripida che solo i ciclisti riescono a scalarla: l’ammiraglia va all’indietro

La terza tappa del Giro di Turchia è stata caratterizzata dalla terribile salita del Babadağ: 18 chilometri di pavè con pendenze oltre il 15%. Che più dei ciclisti ha messo in difficoltà le auto, in panne, incapaci di proseguire.
A cura di Alessio Pediglieri
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La stagione ciclistica 2023 sta per andare in archivio e in questi giorni tiene banco il Giro di Turchia con le sue tappe e le sue salite. Come l'odierna, per la terza frazione, durissima con la terribile salita del Babadağ che presenta punte massime superiori al 15%. Tali che nemmeno le auto riescono a percorrerla senza andare in panne come nel caso dell'ammiraglia Astana.

Una tappa quasi impossibile, che ha messo a dura prova tutti: ciclisti e autovetture perché il Babadağ non ha lasciato ancora una volta spazio a pause, catalizzando l'attenzione generale dell'odierna tappa di poco più di 100 chilometri per il terzo giorno del Giro di Turchia, la Fethiye-Babadağ con l'ascesa finale che è un vero e proprio inferno: 18 chilometri, con pavè a mattonelle bianche e pendenze quasi impossibili.

Ad assurgere ad eroe di giornata è stato Alexey Lutsenko, il kazako della Astana Qazaqstan che si è imposto in solitaria dopo aver staccato il tedesco Ben Zwiehoff della Bora Hansgrohe suo antagonista fino agli ultimi 700 metri. Un arrivo epico in cui Lutsenko è riuscito a conquistare una straordinaria vittoria di giornata e indossare la maglia da leader della classifica generale.

Ovviamente, è stato decisivo proprio l’ultimo chilometro con pendenze sempre più ardue, dove Lutsenko ha deciso di fare la differenza e di provare a sbarazzarsi di Zwiehoff suo compagno di fuga fin quasi al traguardo. Il tedesco della Bora ha provato in ogni modo a tenere il passo del kazako, fallendo e pagando lo sforzo negli ultimi metri, fatali, in cui è crollato pagando un distacco di 16 secondi. A restare entro il minuto di ritardo sono stati anche Tejada, che termina terzo, a 27″ da Lutsenko, mentre il primo degli italiani è stato Pellizzari che ha concluso al sesto posto a 1′ e 24 secondi.

Ma per capire fino in fondo le difficoltà che hanno dovuto affrontare i ciclisti sul Babadağ non è bastato assistere alla spossatezza dei ciclisti subito dopo l'arrivo, bensì un filmato diventato subito virale sui social perché perfetto emblema del tipo di salita che hanno dovuto affrontare: mentre le immagini dall'elicottero inquadrano i due contendenti, Lutsenko e Zwiehoff, ad un certo punto si vede l'ammiraglia Astana (che stava seguendo proprio Lutsenko) entrare in panne. Senza alcun preavviso, l'auto non riesce più a proseguire la salita e perde terreno andando all'indietro verso valle, costretta ad accostare per far passare le altre vetture che seguono. Una scena quasi surreale, ma che spiega perfettamente le straordinarie capacità dei ciclisti su strade ai limiti della percorribilità.

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