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La misteriosa talpa che sa tutto di Pogacar diventa un caso al Tour: “Alcuni messaggi sono veri”

Chi è il presunto leaker che ha svelato i dati sugli allenamenti segreti del ciclista sloveno e altri dettagli della vita sportiva del Team UAE Emirates? “Non ho idea di chi sia, né so quali sono le reali intenzioni”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il caso della talpa 'Mou' scuote il mondo del ciclismo, in particolare Taej Pogacar e l'UAE.
Il caso della talpa ‘Mou' scuote il mondo del ciclismo, in particolare Taej Pogacar e l'UAE.
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Chi si nasconde dietro l'account ‘Mou'? Chi è la talpa che agita il mondo del ciclismo facendo trapelare informazioni private sulla vita sportiva Tadej Pogačar e tutto quanto accade all'interno dell'UAE Team Emirates? Nei mesi scorsi questo presunto ‘leaker' che si è definito di origine croata (e non slovena come il corridore) aveva destato scalpore per la pubblicazione dei dati di allenamento del ciclista, anticipando anche la strategia e le scelte che avrebbe adottato in alcune gare.

Chi si nasconde dietro l'account ‘Mou' e quali sono le sue rivelazioni

La dovizia di particolari e la tempistica degli interventi sui social hanno alimentato curiosità e preoccupazione per la falla che s'era aperta all'interno della squadra. Tutto è cominciato a fine febbraio ed è durato lo spazio di un paio di settimane, fino a quando non è arrivato l'interdizione dalla community per atteggiamenti sgradevoli denunciati dagli utenti. Tra il 27 febbraio e il 15 marzo il misterioso ‘Mou' ha condiviso sul forum cyclingnews una serie di ragguagli così dettagliati da lasciar credere sia una persona che lavori attualmente (o abbia lavorato) in un team.

È, con ogni probabilità, qualcuno molto vicino a Pogacar (abbastanza da spoilerare perfino le sue opinioni sui membri dello staff della UAE) oppure l'eco di una voce che arriva da dentro, da una fonte interna che (per motivi non ancora acclarati) racconta quel che accade in seno al team, nel bene e nel male. In una delle soffiate, da prendere con il beneficio del dubbio trattandosi di uno sconosciuto, ha fornito anche un indizio per costruire la sua identità.

"Sono parente di un uomo che trascorre con Pog più giorni di quanti non ne abbia passati con tutta la sua famiglia negli ultimi 4, 5 anni". E ancora, prima della Strade Bianche, s'è lasciato sfuggire: "Vuoi sapere chi è il pilota dello scooter Pog a Monaco?".

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Il ‘leaker' di Pogacar e della UAE Emirates

Cosa ha rivelato ‘Mou'? Nelle sortite social ha parlato dei dissensi fino alla rottura consumata tra Tadej Pogacar e Iñigo San Millán, suo allenatore fino all'anno scorso; del rapporto del due volte campione del Tour de France con Joxean Fernández Matxín; di alcuni degli stress test svolti dallo sloveno sotto la direzione di Javier Sola. Ma sono le rivelazioni sugli allenamenti segreti ad aver lasciato di stucco per la precisione delle informazioni trapelate.

"Nessuno sa che Pogacar si mette alla prova ogni mese al Col de la Madone. A febbraio il suo record era di 23'59", quattro giorni prima della partenza per le Strade Bianche aveva scalato 22'29". Il programma per il Giro è di circa 22 minuti, dopo un allenamento di 4 ore a 5 watt/chilo". In un altro post s'era spinto oltre: "Prevedo che Pogacar peserà 65 chili al Giro, vincerà entrambe le cronometro, pedalerà per 15 minuti a 7,3 watt/chilo, 20 minuti a 7 watt/chilo, 30 minuti a 6,7 watt/chilo… Al Tour avrà la stessa potenza, con un chilo in meno di peso. Se Vingegaard riuscirà a gestirlo, riceverà degli applausi".

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Dati statistici, questi ultimi, che solo una persona ben inserita in un determinato ambito e in possesso di strumenti specifici (password e accessi a piattaforme di settore) può avere in possesso. È stato lo stesso ‘Mou' a chiarire i conoscere la chiave per entrare su TrainingPeaks che i ciclisti usano come spazio di archiviazione online di tutti i rilevamenti e analisi raccolti sia in allenamento sia durante le gare. E per dare sostanza, credibilità alle cose scritte condivise sul web uno screenshot della piattaforma. Fu l'unico concesso quale prova tangibile della sua attendibilità perché "non voglio mettere nei pasticci la mia fonte".

Dalla talpa al caso del monossido di carbonio: il Tour agitato di Pogacar

Tirato in ballo anche per la pratica dell'inalazione di monossido di carbonio, Pogacar s'è visto costretto a prendere posizione per la viralità del caso che ne sta scandendo la partecipazione al Tour de France. "Chi è Mou? Dovreste dirmelo voi…", le parole dello sloveno ai media che gli ponevano domande su questa figura che si muove nell'ombra e su perché lo abbia fatto.

"Non ho idea di chi sia, né so quali sono le reali intenzioni. Nei suoi messaggi ci sono alcune cose vere, ma la stragrande maggioranza sono sbagliate. Credo che stia solo cercando di essere importante sulle reti e nei forum".

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Quanto al ‘rebreathing', che ha destato sospetti, Pogacar ha negato di farne uso. "È un test durante una concentrazione in quota per vedere come risponde il fisico a un certo tipo di sollecitazioni. Dura due o tre minuti. Inspiri un palloncino e verifichi la massa di emoglobina. Poi devi ripeterlo due settimane dopo".

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