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Ivan Basso: “Ho un’azienda agricola e coltivo mirtilli. Ero senza etica, volevo solo vincere”

Bssso ricorda il caso doping che lo ha tenuto fermo per due anni: “Avevo un desiderio sfrenato, incontrollabile di vincere tutto. Contattai un medico spagnolo specializzato in trasfusioni”
A cura di Ada Cotugno
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Riavvolgere il nastro di tutta la carriera è doloroso per Ivan Basso che nella sua vita d ciclista ha dovuto affrontare sfide molto importanti. Ha vinto il Giro d'Italia nel 2006 e nel 2010, ma in mezzo ha dovuto scontare due anni di squalifica per il clamoroso caso doping che ha scosso l'intero mondo dello sport europeo nel 2006: durante l'Operacion Puerto era emerso che il ciclista aveva provato a doparsi per poter vincere di più, un tentativo che gli è costato un lungo sport.

Al Corriere della Sera l'ex campione ha raccontato i suoi esordi sul triciclo rosso e alle prime gare locali, l'ascesa tra i migliori al mondo e poi il baratro del doping e della malattia che è riuscito a sconfiggere, scoperta soltanto grazie a una caduta durante il Tour de France del 2015.

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Basso e il tentativo di doping

Uno dei momento più tristi della sua lunga carriera è stata la squalifica di due anni per un tentativo di doping avvenuto nel 2006: "Contattai un medico spagnolo specializzato in trasfusioni. A Madrid mi feci prelevare due sacche di sangue che poi mi sarei fatto iniettare prima del Tour per avere globuli rossi più freschi e andare più forte. Ma in un’operazione investigativa della polizia spagnola trovarono le sacche congelate". Basso non ha mai fatto in tempo a doparsi, ma questo non lo ha salvato dalla sanzione che lo ha tenuto fermo a lungo.

Basso non si nasconde, anche se si pente e si vergogna di tutto quello che è successo: "Avevo un desiderio sfrenato, incontrollabile di vincere tutto. E consapevolezza che con quel metodo avrei potuto realizzare il sogno. Non avevo nessuna etica".

La malattia e la nuova vita dopo il ritiro

I momenti di gloria sono legati alle due vittorie al Giro d'Italia, ottenute nel 2006 e nel 2010, la vera rinascita dopo il caso doping che gli ha permesso di coronare tutti i suoi sogni. Ma cinque anni più tardi la sua vita è cambiata ancora una volta: grazie a una caduta al Tour de France gli esami avevano portato alla luce un tumore ai testicoli in stato avanzato che è stato operato immediatamente.

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Tra i grandi punti fermi c'è sua moglie Micaela, con la quale adesso gestisce un'azienda agricola che gli ha permesso di vedere la vita da una prospettiva diversa: "Con mia moglie da anni abbiamo in piedi un’azienda agricola, nel Varesotto: coltiviamo mirtilli. L’anno scorso Micaela di punto in bianco mi chiese di sedermi sotto il pergolato e cominciò a parlarmi. È andata avanti due ore, rovesciando la mia e la sua vita senza mai umiliarmi. Alla fine era tutto chiarissimo".

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