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Il Tour de France vara un protocollo antidoping a tolleranza zero: nel mirino gli ormoni della crescita

Nuovo programma per combattere il doping e che verrà utilizzato per la prima volta in questo Tour de France: maggior numero di controlli, test durante tutte le tre settimane di gara e non solo all’arrivo, campioni sangue-urine conservati per 10 anni, incroci di dati tra intelligence e passaporti biologici. L’obiettivo è stanare i nuovi farmaci proibiti e gli ormoni della crescita.
A cura di Alessio Pediglieri
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Pochi giorni al Tour de France 2024, la Grande Boucle che scatterà da Firenze, terra italiana che ospita per la prima volta la corsa che resterà sulle strade del nostro Paese fino a metà della quarta tappa. Un'edizione storica – che arriverà a Nizza e non a Parigi, sede olimpica – che si preannuncia tra le più combattute di sempre visto che saranno presenti tutti i migliori, da Vingegaard a Pogacar, da Evenepoel a Roglic, Bernal e Pidcock. Sarà anche un'edizione molto particolare sul fronte organizzativo con il varo di un nuovo protocollo antidoping, più stringente su farmaci vietati e che andrà alla ricerca precisa degli ormoni della crescita.

A una manciata di ore dalla partenza della 111a edizione del Tour, l’Unione Ciclistica Internazionale ha svelato il nuovo programma per combattere il doping. Un protocollo che va ad aggiungersi alle normative già esistenti e che sarà implementazione durante la Grande Boucle in cui l’UCI spiega che i controlli, effettuati e coordinati dall’ITA (International Testing Agency) che ormai si occupa di tutte attività operative dal 2021, saranno effettuati in base "ad un nuovo programma di test innovativo e basato sull’intelligence".

Il nuovo protocollo del Tour: come avverranno i controlli antidoping

Tutti i controlli antidoping al Tour de France saranno eseguiti in qualsiasi momento durante le tre settimane di gara e non solo al traguardo. Ad ogni tappa verranno testati, come routine oramai assodata, la maglia gialla e il vincitore di tappa ma da quest'anno, tutti i campioni saranno inviati principalmente al laboratorio antidoping accreditato dall'Agenzia mondiale antidoping (WADA) a Losanna, in Svizzera.

L'ITA terrà in considerazione i 400 campioni testati nei mesi precedenti al Tour e ne effettuerà – tra sangue e urine – altri 600 durante la gara per poi effettuare una selezione che verrà conservata per i prossimi 10 anni. I corridori che si metteranno maggiormente in mostra verranno particolarmente sottoposti a verifiche grazie ad oltre 40 addetti alla raccolta dei campioni. Tutto attraverso nuove funzionalità implementate dall'ITA, come il modulo endocrino che può indicare l'uso dell'ormone umano della crescita (HGh)

Che cos'è l'ITA, panel responsabile dell'antidoping al Tour

L'ITA (International Testing Agency) ancora una volta sarà l'unica responsabile del programma antidoping al Tour in accordo con l'UCI che ha delegato le sue attività antidoping all'agenzia dal 2021. L'ITA ha studiato il nuovo piano antidoping sulla base di una valutazione del rischio che ha tenuto conto di un'ampia gamma di fattori, nuove circostanze e informazioni elaborando un piano di test. Sono stati presi in considerazione i dati ricevuti dal monitoraggio dei passaporti biologici degli atleti (ABP) e quelli raccolti direttamente dal Dipartimento di Intelligence e Indagini dell'ITA. Tutto ciò è il prodotto di un processo di crescita voluto in unione tra tutte le forze in campo: l'UCI WorldTeams, l'UCI ProTeams, gli organizzatori dell'UCI WorldTour e i ciclisti su strada professionisti maschili dal 2021 hanno sottoscritto un graduale aumento dei fondi da utilizzare nelle risorse antidoping fino al raggiungimento dei 10 milioni di investimenti a fine 2024. 

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