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Il manager di Pogacar ha visto qualcosa di strano nella caduta alla Roubaix: “Cosa ci facevano lì?”

L’agente del campione sloveno ha un dubbio su ciò che può aver provocato l’incidente del ciclista. “C’erano persone oltre le transenne per fotografare”.
A cura di Maurizio De Santis
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La caduta di Tadej Pogacar è stato il momento clou della Parigi-Roubaix. Al Giro delle Fiandre aveva dominato e impressionato per la pedalata poderosa, nell'Inferno del Nord è finito fuori strada per un calcolo errato della traiettoria. O, forse, c'è stato qualcos'altro che può aver provocato quell'incidente? Interrogativo legittimo che il suo manager, Johnny Carera (con suo fratello, Alex, gestisce la A&J All Sports) s'è posto condividendo sui social un'immagine che restituisce la convinzione di come ancora molto si possa (e si debba) fare in termini di sicurezza per i ciclisti e di disciplina degli spettatori che fiancheggiano le strade.

"Cosa ci facevano quelle persone oltre la transenna per fotografare?", è la domanda che si fa l'agente di Pogacar facendo giusto riferimento al comportamento  del pubblico che, per eccesso di foga, aumenta i pericoli per i corridori. Un esempio al riguardo è quanto capitato, proprio in questa edizione, a Davide Ballerini, costretto a una manovra d'emergenza per non scontrarsi con una persona sbucata all'improvviso dai bordi della carreggiata.

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"Possono aver tolto la visuale?", è il secondo elemento di riflessione che viene avanzato da Carera a corredo di quell'episodio rivelatosi decisivo per la visibilità ridotta in curva. Senza quell'interferenza Pogacar l'esito della corsa sarebbe stato differente? Difficile dare una lettura del genere. Capita anche ai migliori di commettere un errore ma sul tavolo restano un dubbio e una certezza. L'uno è relativo alla dinamica dello scivolone, l'altro al secondo posto conquistato in una delle corse più dure e impegnative del ciclismo. Un risultato che ribadisce la forza e il talento dello sloveno che alla Reine era arrivato da ‘debuttante'.

Domenica scorsa, subito dopo la gara, era stato lo stesso Pogacar a spiegare cosa era successo. "Stavo osservando le moto e ho visto che in quella curva non si sono inclinate", un'affermazione che chiarisce come il ciclista sia stato tratto in inganno. "Sembrava quasi che non dovessero transitare lungo quel tornate, ecco perché sono arrivato velocissimo. Stavo attaccando e avevo anche il vento a favore. Purtroppo ero effettivamente troppo veloce in quel punto".

Lo scivolone è stato il segnale di via libera per Mathieu van der Poel: da quel momento non ha avuto più rivali che ne potessero insidiare la pedalata verso la vittoria. Nemmeno il gesto sconsiderato di uno spettatore (che gli ha tirato una borraccia in faccia), successivamente costituitosi e citato in giudizio dal team su richiesta dell'olandese ("è stato un tentato omicidio"), ha fermato il campione dell'Alpecin-Deceuninck.

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