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Il Giro d’Italia ai tempi del Covid, cinque candidati alla vittoria e un incubo: il freddo

Percorrendo tutta la Penisola, raccontando anche l’Italia del Covid, inizia il Giro d’Italia 2020, molto diverso rispetto al solito per le condizioni atmosferiche proibitive, la concomitanza con altre corse e il livello dei partecipanti al via. Da Nibali a Thomas, ecco cinque nomi su cui puntare.
A cura di Jvan Sica
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Il Giro d’Italia doveva essere un evento molto internazionale, con partenza per la quattordicesima volta da un paese estero, l’Ungheria, che si sarebbe vestita a festa con la meraviglia Budapest a fare da cornice alla tappa iniziale. Sarà invece un Giro tutto italiano, che approfitterà dell’impossibilità di organizzare le prime tappe in terra magiara per attraversare l’intera Penisola, con partenza da Monreale e arrivo a Milano lungo un percorso che saprà anche raccontare l’Italia ai tempi del Covid.

Ci saranno tre cronometro impegnative, di cui una dedicata al Prosecco, fra Conegliano e Valdobbiadene, ma anche sei tappe di montagna, impegnative già dai primi giorni con gli arrivi sull’Etna e a Roccaraso. Nel racconto italiano, il Giro non dimenticherà alcuni suoi miti, come Fellini, con la tappa che arriverà a Rimini per festeggiare la sua nascita di 100 anni fa, ma soprattutto Pantani, con l’arrivo a Cesenatico, la tappa di Piancavallo, dove vinse e mise il suo primo marchio sul Giro del 1998, e Madonna di Campiglio, il luogo infausto dove la fine iniziò. E poi una particolarità: per la prima volta il Giro parte da una base militare, quella di Rivolto, casa delle Frecce Tricolore.

Il gruppo che arriverà alla corsa rosa sarà in parte stanco per i tanti eventi ciclistici tenutisi da agosto in poi e in parte distratto da tante altre corse importanti che si correranno durante le tre settimane, come il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, ma la battaglia non mancherà perché non c’è un favoritissimo e il percorso può aiutare sia i cronomen che gli scalatori, in base al loro stato di forma. Questi i primi cinque nomi su cui puntare.

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GERAINT THOMAS – La migliore squadra che scende in Italia per controllare la corsa è il Team Ineos, che avrà come capitano il vincitore del Tour 2018, Geraint Thomas. Il gallese è il favorito principale perché i tanti chilometri a cronometro possono aiutarlo, in salita le ultime notizie lo danno in ottima salute e poi con una squadra in cui ci sono Ganna, Dennis e Tosatto in pianura, insieme a Castroviejo, Geoghegan Hart e Jhonatan Narváez in salita non dovrebbe avere problemi nel controllare la corsa. Attenzione però all’effetto Jumbo Visma al Tour: lavorare troppo in tutte le tappe potrebbe costare caro.

STEVEN KRUIJSWIJK – L’altro squadrone ben costruito per accompagnare il suo capitano è la Jumbo-Visma. Il capitano è l’olandese Steven Kruijswijk, che non può tirarsi indietro di fronte alla responsabilità di guidare il team. Fino ad oggi è stato sempre un passo indietro a Roglic e da quest’anno a Dumoulin, ma il General Manager Plugge ha voluto che si mettesse in gioco come capitano unico per conquistare la maglia rosa. Anche Kruijswijk regge su tutti i terreni, sarà la sua condizione e una consapevolezza tattica da capitano vero a poter fare la differenza.

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VINCENZO NIBALI – Chi ha tattica, esperienza, colpo d’occhio e capacità di gestirsi per tre settimane è Vincenzo Nibali, che per quest’anno ha messo il Giro nel suo mirino. Cosa potrà fare Vincenzo? Non è una risposta semplice. Il Mondiale ha dimostrato che la condizione è al 70%, altrimenti sarebbe riuscito a tenere Alaphilippe sulla Galisterna. C’è chi però pensa che Nibali ormai possa arrivare fino ad un certo punto e poi sia costretto a mollare. Propenderemmo per l’idea che il Nibali mondiale non era il migliore Nibali, non solo per tifo italiano, ma anche perché il messinese quando ha scelto il suo obiettivo stagionale, ha sempre saputo avvicinarsi con grande scrupolosità, arrivandoci preparato a puntino. Se la condizione a metà della seconda settimana diventa del 100%, lo Squalo può farci sognare.

JAKOB FUGLSANG – Può uno dei due migliori cacciatori di tappe degli ultimi anni vincere un grande giro? Lo scorso anno al Tour de France Julian Alaphilippe ci arrivò molto vicino, quest’anno al Giro ci prova Jakob Fuglsang. Anche per lui i Mondiali di Imola hanno dimostrato che la condizione è in crescendo, ma i dubbi sull’ultimo vincitore del Giro di Lombardia sono tanti. Prima di tutto riuscirà la squadra a supportare il suo capitano? L’Astana in questo Giro arriva con almeno altri due cavalli di razza, Miguel Angel Lopez e Aleksandr Vlasov. Le gerarchie al suo interno potrebbero cambiare anche nel corso di una tappa.

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SIMON YATES – In ogni corsa a tappe, piccola o grande che sia, uno dei fratelli Yates c’è sempre e sono sempre lì a poter dire la loro per la vittoria finale. Ad entrambi però è sempre mancata la terza settimana, che quest’anno sarà davvero micidiale. Yates dovrà reggere quell’urto davvero forte (oltre a saper digerire i chilometri a cronometro) per vincere in rosa a Milano.

Ultima annotazione che potrà sconvolgere il Giro, allargare il novero dei contendenti e per la prima volta farci vedere una corsa rosa rivoluzionaria: il freddo vero, non quello tramontante di maggio. Siamo a ottobre inoltrato, si andrà su montagne altissime, lungo percorsi a volte anche impervi. Sarà davvero un Giro per stomaci forti.

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