Il ‘Giro d’Europa’: il progetto del ciclismo mondiale post coronavirus
Una corsa unica, che abbraccia tutta l'Europa una volta sconfitta la pandemia di Covid-19. E' l'idea che in queste ore sta appassionando gli amanti della bicicletta e coinvolgendo in vario modo i professionisti del ciclismo. Un'utopia che difficilmente può trasformarsi in realtà ma che in questo momento ha il valore fondamentale della rinascita e della ripartenza. Un inno all'unità, alla fratellanza, allo sport che si fa veicolo della ripresa. Così il ciclismo mondiale si interroga e si suggestiona, proponendo anche la formula.
Il "Giro d'Europa" forse non si realizzerà mai ma è pur sempre una straordinaria prospettiva per il futuro dello sport e del ciclismo in particolare. Tra le prime discipline colpite dalla pandemia di coronavirus, con i primi casi di positività riscontrati durante il ‘Tour di Dubai', oggi – così come ogni altro sport – le corse sono state sospese fino a data da destinarsi. Una stagione compromessa, che difficilmente potrà svilupparsi senza doverosi cambiamenti e ridimensionamenti nel suo insieme.
La struttura: 30 tappe, tre Nazioni, un unico spirito
Eppure, c'è chi progetta già nuove iniziative come quella di unire le tre corse a tappe più significative del ciclismo internazionale: "Tour de France", "Giro d'Italia" e "Vuelta de Espana". C'è anche una formula in embrione, che prevederebbe 30 tappe coinvolgendo tre grandi capitali, Madrid, Parigi e Roma. Un mese di percorsi in giro per l'Europa con 4 giorni di riposo per recuperare energie e gestire la logistica e gli spostamenti.
L'utopia di Davide Cassani
Una semplice suggestione? Per alcuni sì, come per il commissario tecnico azzurro, Davide Cassani, che però si lascia trascinare dall'idea: "Unire le tre più grandi competizioni, sviluppando un percorso di otto tappe per Nazione, iniziando dalla Spagna, percorrendo la Francia e concludendo in Italia. Sarebbe straordinario, ma la vedo difficile convincere gli organizzatori di Tour e Giro, con tutti gli interessi e le priorità in gioco".
Il sogno ad occhi aperti di Trentin
Di diversa idea, invece, Matteo Trentin che appare più ottimista, in un momento in cui è fondamentale pensare positivo. Tracciando la corsa come fosse già organizzata, un sogno ad occhi aperti: "Si parte da Roma, si passa poi per Madrid e si arriva a Parigi. Un ottimo modo per riunire tutte le persone con una gara ciclistica dopo questo momento orribile!"